Bologna: Metodi alternativi al posto della sperimentazione sugli animali

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Bologna: Metodi alternativi al posto della sperimentazione sugli animali

Un laboratorio dell’Università di Bologna riceverà un finanziamento della LAV per uno studio senza sperimentazione animale, ma che si basa sui metodi sostitutivi.
di Zeina Ayache
scienze.fanpage.it

Quanto si parla di sperimentazione la mente va immediatamente agli animali chiusi nei laboratori. Si cerca di non pensare a questi esseri viventi e ci si ripete che solo così è possibile sviluppare nuove cure e farmaci. La realtà però è un’altra. In questi ultimi anni infatti sono sempre di più e più efficaci i metodi sostitutivi che permettono ai ricercatori di fare nuove scoperta senza dover sperimentare sugli animali.

Un esempio di questa avanguardia nel campo della ricerca è il laboratorio di Chimica Analitica e Bioanalitica del Dipartimento di Chimica “G. Ciamicia” dell’Università di Bologna che da tempo si interessa allo sviluppo di nuove metodologie basata appunto sull’utilizzo di linee cellulare e test in vitro sulla bioluminescenza che permettono di “studiare diversi fenomeni fisio-patologici, quali progressione tumorale, infiammazione, stress ossidativo, e attività di enzimi coinvolti nel metabolismo del colesterolo e nelle dislipidemie”.

Ricerche di questo tipo, così come qualsiasi ricerca, necessitano di fondi per poter proseguire. Vista l’assenza di animali e l’impiego di metodi sostitutivi, la LAV ha scelto di finanziare il laboratorio con 17.000 euro raccolti con il 5×1000 devoluto dagli italiani alla stessa LAV.

Per raggiungere gli obiettivi ambiziosi del laboratorio, per la ricerca verranno sviluppati “organ-on-a-chip” e sistemi multi-organoide sfruttando co-colture cellulari 3D interconnesse tramite microfluidica per simulare le interazioni tra i diversi tipi di cellule, al fine di ottenere risultati più affidabili e predittivi degli attuali modelli 2D in vitro e dei modelli animali, spiegano dalla LAV che il 25 e 26 marzo e l’1 e 2 aprile sarà in piazza per chiedere al Governo di destinare il 50% dei fondi per la ricerca allo sviluppo dei metodi sostitutivi.

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