Altro che scie chimiche! Ecco come l’inquinamento globale senza frontiere ha aumentato le morti premature!

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Altro che scie chimiche! Ecco come l’inquinamento globale senza frontiere ha aumentato le morti premature!

Le malattie causate dal particolato fine causano milioni di morti ogni anno, ma il fenomeno non è limitato alla regione dove viene prodotto l’inquinamento: l’internazionalizzazione dei commerci e la circolazione degli inquinanti ne ha fatto un problema globale. Una recente ricerca rivela infatti che sono centinaia di migliaia le morti premature dovute a inquinanti prodotti in un altro paese o associate a beni e servizi prodotti in una regione per essere consumati in un’altra
Tratto da www.lescienze.it

< La diffusione in rete di bufale di ogni genere, tra cui quella principe delle scie chimiche, sembra sempre un modo “comodo” per distogliere l’attenzione dalle attività giornaliere che in maniera quasi automatica ognuno di noi svolge come se fosse routine. Ed ecco che quindi ci si dimentica di quanto le nostre auto, le nostre moto, i nostri riscaldamenti, tutti i rifiuti che lasciamo in giro, tutta la nostra necessità di tecnologia e innovazione a qualunque costo, il bisogno di essere belli e curati, inquinino il pianeta, salvo però poi dare la colpa dei tumori, dell’insorgenza di nuove malattie e della presenza di veleni nei terreni e nell’aria, a cose immaginarie al fine di crearci un alibi che ci permetta di condurre, sempre e comunque, la nostra vita “inquinante”. > NDR

L’inquinamento da PM 2,5, il particolato fine con diametro inferiore a 2,5 micron, ha causato nel 2007 quasi tre milioni e mezzo di morti premature. Di queste, 411.000, cioè circa il 12 per cento, sono avvenute per effetto di inquinanti prodotti in un altro paese, e 762.000, pari a circa il 22 per cento, erano associate a beni e servizi prodotti in una regione per essere consumati in un’altra.

Sono queste le allarmanti cifre elencate in un nuovo studio pubblicato su “Nature” da Qiang Zhang dell’Università di Tsinghua a Pechino, in Cina, e colleghi di una collaborazione internazionale.

Le morti premature per l'inquinamento senza frontiere

Credit: Design Pics RF / AGF

Il particolato fine è uno dei principali inquinanti atmosferici: è prodotto dal processo di combustione dei veicoli, degli impianti che producono energia, degli impianti di riscaldamento e da molte attività industriali. E rappresenta un rischio per la salute, perché rimane per molto tempo in atmosfera ed è in grado di penetrare in profondità nell’apparato respiratorio umano.

Respirare aria con un’elevata percentuale di particolato fine è quindi un fattore di rischio per molte patologie, che colpiscono non solo l’apparato respiratorio, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva o il tumore del polmone, ma anche quello cardiocircolatorio, causando malattie cardiache e ictus. Si calcola che complessivamente le malattie dovute all’inquinamento dell’aria ammontino ad alcuni milioni ogni anno.


Gli studi in materia e le misure di contenimento dell’inquinamento e delle sue conseguenze finora però hanno tenuto conto solo delle emissioni locali. Sempre più prove scientifiche invece indicano che, a causa della circolazione atmosferica, gli effetti del particolato possono farsi sentire anche a distanze enormi. E il commercio internazionale contribuisce alla globalizzazione dell’inquinamento, come risultato della produzione di beni realizzati in una regione del mondo per essere consumati in un’altra.

Lo studio di Qiang Zhang e colleghi prende in considerazione il problema per la prima volta su scala globale, determinando gli effetti sanitari della produzione di PM 2,5 in 228 paesi.

Gli autori calcolano per esempio che l’inquinamento da PM 2,5 prodotto in Cina nel 2007 è correlato a 64.800 morti premature in altre parti del mondo – 3100 delle quali in Europa occidentale e negli Stati Uniti; d’altra parte, il consumo di beni in Europa occidentale e Stati Uniti è correlato a più di 108.600 morti premature in Cina.

Nella triste classifica dei paesi più nocivi, le emissioni cinesi hanno causato un numero di morti premature più che doppio rispetto a quelle di qualunque altro paese, seguite da quelle dell’India e del resto dell’Asia.

“I nostri risultati rivelano che l’impatto sanitario interregionale dell’inquinamento da PM 2,5 è maggiore di quello locale, come risultato del trasporto degli inquinanti su lunghe distanze: nella nostra economia globale, i beni e i servizi consumati in una regione possono determinare grandi quantità di inqunamento atmosferico e una mortalità correlata in altre regioni”, ha spiegato Dabo Guan, coautore dell’articolo

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