Il video della propagazione delle onde superficiali del terremoto del 6 aprile 2009 a L’aquila

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Il video della propagazione delle onde superficiali del terremoto del 6 aprile 2009 a L’aquila

ingvterremoti.wordpress.com

Animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto di Ml 5.9, (Mw 6.3) del 6 aprile 2009 a L’Aquila (Abruzzo, Italia)

Le onde di colore blu indicano che il suolo si sta muovendo velocemente verso il basso, quelle di colore rosso-giallo indicano che il suolo si sta muovendo verso l’alto. Ogni secondo dell’animazione rappresenta un secondo in tempo reale.

La velocità e l’ampiezza delle onde sismiche dipendono dalle caratteristiche della sorgente sisimica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia. Esse, quindi, non si propagano in maniera uniforme nello spazio e luoghi posti alla stessa distanza dall’epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa.

L’animazione è parte del lavoro presentato da Magnoni et al. 2014 (Spectral‐Element Simulations of Seismic Waves Generated by the …).

L’animazione è generata attraverso questa procedura:

1) Cirella et al. 2009 (Rupture history of the 2009 L’Aquila (Italy) earthquake from non …) hanno delineato la storia della frattura del terremoto dell’Aquila attraverso lo studio delle onde sismiche sono registrate dagli acceleromentri e dalle stazioni GPS.

2) E’ stato costruito un modello tridimensionale della regione interessata che include le principali caratteristiche geologiche attraverso una tomografia di dettaglio (Chiarabba et al. 2010), mappa della moho, la presenza di suoli soffici (come i sedimenti alluvionali delle valli dell’Appennino Centrale, tra cui la Valle dell’Aterno e la Piana del Fucino).

3) utilizzando il modello 3D ed la sorgente sismica è stata simulata la propagazione delle onde sismiche tenengo conto della risposta sismica locale come l’amplificazione delle onde nei bacini alluvionali (terreni soffici) e l’aumento di velocità delle onde in terreni rocciosi.
Le equazioni sono risolte attraverso il software SPECFEM3D (Peter et al. 2011), al cui sviluppo collaborano ricercatori INGV.

4) i sismogrammi e l’evoluzione dei valori della velocità del suolo sulla superficie terrestre sono visualizzati attraverso Paraview (www.paraview.org)

Questo tipo di simulazioni è possibile solo da quando sono disponibili supercomputer che permettono di eseguire calcoli in parallelo. Per questa simulazione (relativamente piccola) sono stati utilizzati 256 processori, per un totale di 10000 minuti di tempo calcolo e 512 GB di memoria.
L’analisi della differenze tra i sismogrammi prodotti da queste simulazioni e quelli misurati nella realtà offrono informazioni cruciali non solo per la determinazione della sorgente sismica e delle caratteristiche del sottosuolo ma anche per la previsione delle scuotimento del suolo prodotto da ipotetici eventi sismici.

Dettaglio tecnico:
per ridurre i tempi di calcolo e viste le limitate conoscenze attuali dei dettagli del sottosuolo, la simulazione in questa animazione è relativamente “a bassa frequenza”, visualizza cioè le frequenze delle onde fino a 0.5 Hz. Questo significa che il fronte d’onda “vede” oggetti delle dimensioni di 1.5-2 km. La risposta sismica locale è quindi limitata agli effetti di strutture geologiche di queste dimensioni. Aumentando il contenuto in frequenze, si evidenzierebbero dettagli più piccoli e, ad esempio, l’amplificazione dovuta ai sedimenti della valle dell’Aterno e della Piana del Fucino sarebbe più importante.

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