Non c’è alcuna sfera di Dyson attorno a KIC 8462852 (ma il mistero non è risolto !

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Non c’è alcuna sfera di Dyson attorno a KIC 8462852 (ma il mistero non è risolto !

A quanto pare, l’ipotesi di una sfera di Dyson o megastruttura aliena attorno alla stella KIC 8462852 è stata abbandonata definitivamente: analizzando i dati dei satelliti Spitzer e Swift, congiuntamente con quelli dell’osservatorio belga AstroLAB IRIS, gli astronomi sono arrivati alla conclusione che l’astro deve essere circondato da un disco polveroso.
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KIC 8462852, più calda e più massiccia del Sole, situata a 1.500 anni luce da noi nella costellazioni del Cigno, è una delle oltre 150.000 stelle monitorate da Kepler durante la missione primaria. Era stata scoperta tra i dati del 2009 ma è diventata famosa nel 2015 quando Tabetha Boyajian, ricercatrice della Yale University, aveva annunciato che la sua curva di luce mostrava un curioso andamento (di qui il nome non ufficiale di “Stella di Tabby“).

Kepler ha generalmente il compito di trovare i pianeti extrasolari: lo fa con il metodo del transito, ossia osserva la diminuzione di segnale nella luminosità della stella quando l’ipotetico pianeta o, più difficile ma possibile, una luna ci passa davanti.
Di solito, quando si è in presenza di un transito, i cali di luminosità sono comunque molto lievi ed oscurano la stella meno dell’1 per cento. Poi, una volta rilevato il primo passaggio, ci si aspetta i successivi ad intervalli regolari di giorni, settimane o mesi, a seconda dell’orbita dell’oggetto e della sua distanza dalla stella madre. Ma questa regola non vale per Stella di Tabby tanto che l’anomalia ha dato adito ad una serie di teorie, comprese quelle extraterrestri.

Il fatto è che nessun pianeta in transito potrebbe spiegare un simile risultato.
Si è supposto che KIC 8462852, di magnitudine 12 e classe spettrale F, fosse giovane e perciò circondata da un disco di detriti ma il suo moto è troppo veloce attraverso la galassia per far parte della popolazione di giovani stelle e le osservazioni in infrarosso non rilevarono alcun disco circumstellare. Dopo aver considerato e scartando questa e diverse altre idee, lo scenario maggiormente condiviso dalla squadra di Boyajian rimase quello dello sciame di comete.
Nel frattempo, un’altra teoria basata sulla Sfera di Dyson, megastruttura artificiale costruita da civiltà tecnologicamente molto avanzata, affascinava il pubblico e la stampa ma per la delusione di tutti, il SETI non trovò alcuna prova di intelligenza artificiale pur tenendo le sue antenne puntate in quella direzione per due settimane.

Tuttavia, mentre la ricerca andava avanti, nessuna spiegazione sembrava abbastanza convincente.
Boyajian ottenne un finanziamento per monitorare la stella costantemente con il Las Cumbres Observatory Global Telescope Network (LCOGT) mentre alcuni astronomi, come Bradley Schaefer della Louisiana State University, iniziavano a cercare negli archivi storici. In quello dello Harvard College Observatory, Schaefer scoprì che in passato la Stella di Tabby si era affievolita in un periodo di 100 anni, ad un tasso del 0,16 di magnitudine per secolo ed un altro studio, condotto da Benjamin Montet della Caltech e del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e di Joshua Simon dell’Observatories of the Carnegie Institution di Washington, mostrò che la Stella di Tabby stava svanendo più molto velocemente di quanto si potesse pensare.

Ma se abbiamo detto che i telescopi in infrarosso non hanno trovato indizi significativi, ora cosa è cambiato?
E’ successo che gli scienziati hanno trovato la cosiddetta “pistola fumante”: meno oscuramento in infrarosso rispetto all’ultravioletto mentre qualsiasi oggetto più grande di un granello di polvere avrebbe causato una diminuzione uniforme in tutte le lunghezze d’onda.

Il nuovo studio apparso su The Astrophysical Journal, suggerisce che i detriti attorno a Tabby sarebbero grandi solo pochi micrometri di diametro.

Per tutto il 2016, KIC 8462852 è rimasta nel mirino del satellite Swift per le osservazioni in ultravioletto, dello Spitzer per quelle in infrarosso e dell’osservatorio belga AstroLAB IRIS per la controparte nel visibile.
Sulla base del forte tuffo in ultravioletto, i ricercatori hanno determinato che le particelle che bloccano la luce della stella devono essere più grandi della polvere interstellare ma più piccole dei grani che potrebbero essere collocati ovunque nello spazio tra la Terra e Tabby. Infatti, se queste particelle fossero troppo piccole verrebbero spazzate via velocemente dalla pressione della luce stellare e se fossero abbastanza grandi bloccherebbero uniformemente la luce della stella in tutte le lunghezze d’onda: di conseguenza, una dimensione intermedia tra le due è al momento la spiegazione migliore.

Lo studio, però lascia ancora molte domande in sospeso: mentre la spiegazione generale degli autori potrebbe essere valida, la ricerca non spiega i cali di luminosità  repentini e veloci osservati e perché la stella si stia progressivamente affievolendo almeno da 20 anni agli eventi di lungo periodo… ma ancora è tutto da provare!

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