Quante sono le figure del deserto di Nazca in Perù?

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Quante sono le figure del deserto di Nazca in Perù?

Quante sono, chi le ha tracciate, come e perché? Insomma, tutto quello che sappiamo e che non sappiamo sulle linee di Nazca
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Nel deserto peruviano di Nazca, su un’area di circa 500 kmq, si trova una serie di misteriose linee nel terreno che riproducono perlopiù figure di animali, tracciate dal popolo Nazca, tra il 200 a.C. e il 600 d.C.

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I geoglifi di Nazca sarebbero stati tracciati tra il 200 a.C. e il 600 d.C. dalle genti che abitavano la zona. Il clima secco e non ventoso li ha conservati.

In tutto, si contano circa 13 mila linee oltre a più di cento spirali, trapezi, triangoli e altre figure geometriche, e quasi 800 giganteschi disegni di animali. Malgrado siano profonde solo pochi centimetri, si sono conservate grazie al clima arido della regione dove non piove quasi mai

Tra le figure più grandi (fino a oltre 200 metri di estensione) si distinguono una lucertola, un colibrì, un condor, un ragno, una scimmia. Per l’Unesco, fanno parte del Patrimonio dell’umanità e l’accesso alla zona è proibito per poterle preservare.

Fatte così. Le linee sono state tracciate rimuovendo le pietre dal terreno, in modo da far risaltare il suolo, più chiaro. Il loro significato è però ancora misterioso: perché il popolo Nazca li avrebbe disegnati? Non per comunicare con civiltà extraterrestri, come qualcuno crede ancora. Secondo la maggior parte degli studiosi questi straordinari disegni sono stati realizzati dagli antichi abitanti della regione per scopi rituali (per farsi vedere dagli dèi, o potrebbero essere cammini sacri lungo i quali questo popolo onorava le divinità) e forse astronomici.

Ma nel 1967 l’astrofisico Gerald Hawkins esaminò al computer i dati di uno studio aereo condotto sulla piana: la maggior parte delle linee non risultò connessa con alcun evento astronomico avvenuto dal 5000 a. C. a oggi.

Le linee di Nazca, in Perù, sono state segnate spostando le scure pietre ferrose, e scoprendo il terreno sottostante.

Attualmente si ritiene che i disegni siano collegabili ai culti locali dell’acqua e della fertilità. Molte linee si connettono alle montagne circostanti ricche d’acqua, come l’Illa Kata e il Tunga, mentre altre segnalano i canali sotterranei dove scorre l’acqua che giunge dalla Cordigliera e che non riesce a risalire se non nelle zone più pianeggianti.

Tante grazie. Una leggenda degli Aymara, popolazione della costa meridionale del Perù, racconta che il dio dell’acqua, partendo dalla cima delle Ande, arrivava fin sulla costa volando e portando con sé questo dono prezioso. Così, per propiziarsi il dio, la popolazione disegnò sulla terra grandi figure, soprattutto animali, in segno di offerta e in modo che il dio le potesse vedere dall’alto.

Nonostante siano lunghe molti chilometri e percorrano colline e avvallamenti, le linee sono perfettamente dritte. I disegni, visibili solo dall’alto, comprendono oltre 13.000 linee, più di 100 spirali, trapezi, triangoli e altre figure geometriche. Oltre a circa 70 figure di animali, alcune riprodotte nel disegno. Tra questa anche l’orca, appena ritrovata dopo essere stata dimenticata per 50 anni, vedi in alto a destra nella mappa).

Tecnica. Le eccezionali dimensioni e le relative difficoltà tecniche di realizzazione si spiegano così: gli antichi peruviani realizzarono prima disegni in scala, poi ingranditi sul terreno con l’aiuto di un reticolato di corde. Varie prove di archeologia sperimentale hanno dimostrato che il sistema funziona.

Le linee e i disegni di Nazca furono scoperti nel 1939. Sono visibili solo da un’altitudine di circa 400 metri e per questo sono state a lungo sconosciute: la loro grandezza le rendeva infatti irriconoscibili dal terreno.

Quando dagli aeroplani furono avvistati i disegni più grandi, questi furono dapprima scambiati per i resti di un’antica rete di irrigazione. Fu Paul Kosok, della Long Island University (Usa), a scoprire un disegno a forma di uccello e a catalogare da quel momento le diverse figure.

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