21 GENNAIO 1767, IL FORTE TERREMOTO DI Mw 5.3 COLPI’ GARFAGNANA E LUNIGIANA

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21 GENNAIO 1767, IL FORTE TERREMOTO DI Mw 5.3 COLPI’ GARFAGNANA E LUNIGIANA

Due forti scosse colpirono l’area a cavallo tra la Garfagnana e la Lunigiana il 21 gennaio 1767, causando gravi danni nella cittadina di Fivizzano e nella campagna circostante, dove crollarono diverse case rurali. A Fivizzano quasi tutti gli edifici pubblici e privati, nonché le chiese, subirono gravi lesioni; caddero molti camini.

La prima scossa, che fu la più forte, causò danni leggeri anche a Massa, Camaiore, Pisa e Lucca. Entrambe le scosse furono avvertite fino a Genova, Parma, Livorno e Firenze. La sequenza sismica proseguì con numerose repliche che perdurarono fino alla metà di maggio dello stesso anno. Non sono ricordate vittime.

“Fivizzano 4 Febbraio Dal dì 21 dello scorso mese di Gennaio fino al giorno d’oggi si contano numero 36 scosse di terremoto tra grandi, e piccole, avendo queste cagionato non poco danno, tanto nel paese, quanto nella campagna, e massimo terrore agli abitanti. Tre furono le scosse, e tutte considerabili, che si fecero sentire nel sopraddetto giorno 21 Gennaio, la prima verso le ore 8 della mattina, per la quale il popolo impaurito si rifugiò nella Chiesa Prepositurale, ove fu scoperta la Sacra Immagine di Maria Santissima di Reggio, e mentre si stava orando, se ne sentirono altre due, l’ultima delle quali verso le ore 9 e mezzo così gagliarda, che si credeva di dover restare sotto le rovine del Tempio, che si era aperto in alcune parti della volta. Oltre il danno, che ha sofferto la detta Chiesa, e molti cammini rovinati, abbiamo la Chiesa de’ PP. Minori Osservanti di S.Francesco, la cui volta è rimasta tutta scatenata, e rotta, e fra i pubblici edifizi ha patito notabilmente lo Spedale degl’infermi, il Palazzo Pretorio, e la Dogana del Sale. In Campagna poi sono rovinate non poche case, e capanne, che sarebbe troppo lungo il numerare; per la qual cosa è stato sospeso il Carnevale, facendosi continue devozioni, e processioni di penitenza”.

[Gazzetta Toscana, 14 febbraio 1767]

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