Il terremoto di Mw 6.2 del Mugello del 29 giugno 1919

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Il terremoto di Mw 6.2 del Mugello del 29 giugno 1919

100 morti e 400 feriti il bilancio, con un’area con forti danni compresa nei comuni di Vicchio, S.Godenzo, Borgo S.Lorenzo, Scarperia, Dicomano, Barberino di Mugello, Poppi e Bibbiena.
tratto da www.okmugello.it

Il terremoto del 29 giugno 1919, pur non essendo tra i più forti, deve essere considerato tra i maggiori terremoti della storia sismica italiana, fortunatamente non per le conseguenze in termini di vittime e di estensione dell’area danneggiata, ma certamente per l’influenza che ebbe sulle popolazioni colpite.

“Possiamo dire, senza iperboli, che la Toscana, che Firenze anzi, perché il Mugello siamo abituati a considerarlo ed amarlo come il nostro giardino, ha avuto la sua Avezzano, la sua Storia, la sua piccola Messina!” (La Nazione, 30.06.1919)

La scossa principale avvenne alle 16 e 06 (magnitudo 6.2, intensità epicentrale IX grado della scala Mercalli) e colpì un’area che comprendeva l’intero Mugello e la cosiddetta bassa Val di Sieve, il Casentino sino a Bibbiena e quasi tutta la Romagna Toscana. I comuni più danneggiati furono Vicchio, S.Godenzo, Borgo S.Lorenzo, Scarperia, Dicomano, Barberino di Mugello, Poppi e Bibbiena.

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Complessivamente si contarono 100 vittime (70 delle quali solo nel territorio di Vicchio), circa 400 feriti, mentre le case distrutte o rese inabitabili furono oltre 800 soltanto in Mugello.

L’entità del disastro non venne subito compresa, nonostante lo scuotimento fosse stato avvertito fortissimo anche a Firenze. I soccorsi “organizzati” dell’esercito giunsero sul posto solo la mattina del 30 giugno, mentre i primi a recarsi sui luoghi colpiti furono la Misericordia di Firenze, che fece partire le auto alla mezzanotte, e la CRI che pure inviò, verso le 2, i propri camion.

Il terremoto del 29 giugno 1919 può essere considerato emblematico del problema sismico in Italia. Un livello di sismicità non elevato, come nel Mugello, largamente diffuso nel nostro Paese, che mette in gioco energie contenute, determina, tuttavia, gravi conseguenze sul territorio a causa della fragilità del patrimonio abitativo, per la gran parte “vecchio” e non sismicamente protetto. Proteggere il patrimonio abitativo, adottando quanto previsto dalle norme tecniche per le nuove costruzioni e per le costruzioni esistenti, è l’unica azione efficace per la riduzione del rischio sismico.

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Obiettivo di queti articoli è rafforzare la memoria di quanto accadde, puntando lo sguardo al passato ma conservando, tuttavia, coscienza del presente. Riconsiderare oggi l’impatto che la scossa del 29 giugno ebbe sul Mugello ha infatti lo scopo di far crescere la consapevolezza della popolazione sull’esistenza di un pericolo che caratterizza il territorio in cui vive: la sismicità; pericolo che può restare tale e determinare conseguenze limitate solo se si sviluppa una maggiore coscienza civile e responsabilità individuale verso il problema e verso la sua soluzione.

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