2017: in Italia ha piovuto il 22% in meno della media
Il XIII rapporto “Gli indicatori del clima in Italia“, pubblicato dall’Ispra, conferma le anomalie nelle temperature (+1,3 gradi Celsius sulla media storica) e nelle precipitazioni dello scorso anno
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I numeri ufficiali confermano la percezione comune: il 2017 è stato un anno straordinariamento secco. In base ai dati elaborati dall’Ispra e resi pubblici oggi con il XIII rapporto “Gli indicatori del clima in Italia“, l’anomalia di precipitazione cumulata media in Italia è stata di circa il 22% in meno, collocando l’anno scorso al secondo posto, appena dopo il 2001, tra gli anni meno piovosi dell’intera serie dal 1961.
Rispetto alla temperatura media, l’anomalia su scala mondiale sulla terraferma del 2017 è stata di +1,20 gradi, facendone il terzo anno più caldo della serie storica dopo il 2016 e il 2015. Se si limita lo sguardo all’Italia, l’incremento sulla media è stato invece maggiore, pari a +1,30 gradi e colloca il 2017 al nono posto dal 1961.
Il Rapporto è frutto di dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA).
Entrando nel dettaglio dei numeri, nel mese di gennaio dello scorso anno le temperature sono state mediamente più basse della norma; da febbraio ad agosto, invece, il clima è stato nettamente più caldo della norma ovunque, con punte anomale nella media mensile del mese di marzo al Nord (+3,72) e di giugno al Centro (+3,82) e al Sud e Isole (+3,13). Fino al mese di agosto compreso, il 2017 ha rappresentato l’anno nettamente più caldo di tutta la serie storica (dal 1961), con un’anomalia nella media nazionale negli 8 mesi di quasi +2 gradi.
Su base stagionale la primavera (+2,0) e l’estate (+2,8) del 2017 si collocano al secondo posto tra le più calde dell’intera serie storica, dopo quelle del 2003. Viceversa, in inverno e in autunno la temperatura media è stata solo debolmente superiore ai valori stagionali di riferimento 1961-1990. Ancor più che negli ultimi anni, l’anomalia della temperatura massima è stata più elevata di quella della temperatura minima.
Anche la temperatura superficiale dei mari italiani è stata sempre superiore ai valori climatologici normali, con un picco di anomalia nel mese di giugno (+2,2). Il valore medio annuale di anomalia colloca il 2017 al sesto posto della serie dal 1961. Nel corso dell’estate 2017 sono stati registrati inoltre numerosi record di temperatura massima assoluta: circa un quarto delle stazioni della rete sinottica nazionale, che dispone di serie temporali sufficientemente lunghe e complete, ha superato i precedenti valori record e per 8 di esse si tratta di temperature maggiori o uguali a 40 gradi.
L’indice rappresentativo delle onde di calore, con un’anomalia positiva di circa +23 giorni nell’anno, colloca il 2017 ai primi posti della serie dal 1961, sebbene a distanza dal 2003. Viceversa, il numero di giorni con gelo, sebbene comunque inferiore al valore normale come negli ultimi 22 anni, nel 2017 ha registrato un’anomalia negativa tra le più deboli degli ultimi 10 anni, a conferma di una stagione invernale solo poco più calda della norma.
Sia per il numero medio di notti tropicali, cioè con temperatura minima maggiore di 20 gradi, che per il numero medio di giorni estivi, cioè con temperatura massima maggiore di 25, il 2017 si colloca ai primi posti della serie dal 1961, a conferma delle forti anomalie positive di temperatura che hanno caratterizzato le stagioni primaverile ed estiva.
Per quanto riguarda la pioggia, fino al mese di novembre la precipitazione media nazionale del 2017 risultava la più bassa dell’intera serie storica; le precipitazioni vicine ai valori climatologici normali negli ultimi due mesi dell’anno hanno attenuato l’entità dell’anomalia media annuale e portato il 2017 al secondo posto tra gli anni più secchi, dopo il 2001. Le anomalie annuali negative più marcate si registrano sulle regioni nord-occidentali e sul medio versante tirrenico. Su base stagionale, con un’anomalia media di circa -50%, l’estate dello scorso anno seconda solo a quella del 1985 mentre la primavera, con un’anomalia media di circa -35%, è stata la terza più secca, dopo il 1997 e il 2003.
Nell’intervallo 1961-2017 i valori medi nazionali delle precipitazioni cumulate risultano in leggera diminuzione ma non risultano tendenze statisticamente significative su base annuale, né su base stagionale. La forte siccità che ha caratterizzato il 2017 è confermata anche dall’andamento dell’umidità relativa, con un’anomalia media in Italia di -5.1% rispetto al valore climatologico normale 1961-1990, il 2017 e’ stato l’anno meno umido dell’intera serie dal 1961, staccando il precedente record del 2003 (-3,9%).