Alle galassie, a volte, spunta la coda
Un nuovo studio ha colto sul fatto un gruppetto di galassie che sta per essere inglobato nel grande ammasso di galassie Abell 2142, dirigendosi verso il suo centro e lasciando dietro di sé una netta scia di gas caldissimo. «Eventi di questo tipo, ipotizzati dalle teorie di formazione degli ammassi di galassie, sono molto difficili da osservare», spiega Tiziana Venturi dell’Inaf
di Stefano Parisini
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In viola l’emissione X del gas caldo rilevata da Chandra. Un gruppo di galassie con la “coda” (in alto a sx) si dirige verso l’ammasso di galassie Abell 2142 (centro in basso). Crediti: Nasa/Cxc/Univ. di Ginevra/D. Eckert, Sdss
Un gruppo di astronomi guidato da Dominique Eckert, già ricercatore all’Inaf di Milano e attualmente all’istituto tedesco Max Planck per la fisica extraterrestre, grazie all’osservatorio spaziale per raggi X Chandra della Nasa ha catturato una spettacolare immagine in cui un’enorme coda di gas caldo si estende per più di un milione di anni luce dietro un gruppo di galassie, il quale sta a sua volta precipitandosi a capofitto dentro a un ammasso di galassie ancora più grande, denominato Abell 2142.
Tra gli autori dello studio apparso su Astronomy & Astrophysics figurano anche Stefano Ettori e Tiziana Venturi dell’Inaf e Mariachiara Rossetti dell’Università di Milano.
«Questo risultato è importantissimo per la nostra comprensione sulla formazione ed evoluzione delle grandi strutture, quali gli ammassi di galassie», spiega Tiziana Venturi, direttrice dell’Istituto di Radioastronomia Inaf di Bologna. «Qui in Abell 2142 si sta assistendo alla “caduta” di un gruppo di galassie nell’ammasso principale, e la scia di emissione X traccia proprio questo moto. Eventi di questo tipo, ipotizzati dalle teorie di formazione delle grandi strutture, sono molto difficili da osservare, e da questo deriva la rilevanza del lavoro».
Benché gli ammassi di galassie possano contenere centinaia o addirittura migliaia di singole galassie, la maggior parte della loro massa deriva da gas caldo – che emette radiazione in raggi X – e da materia oscura, invisibile. Una domanda che assilla i cosmologi è come abbiano fatto queste gigantesche strutture cosmiche a crescere fino a tali dimensioni.
Nei riquadri a dx è mostrato un’ingrandimento delle quattro galassie brillanti (contrassegnate G1, G3, G4 e G5) in raggi X (sopra) e in ottico (sotto). La galassia G2 non fa parte del gruppo ma è un oggetto di sfondo.
Crediti: Nasa/Cxc/Univ. di Ginevra/D. Eckert, Sdss