Ancora sotto la media il minimo estivo dei ghiacci marini artici

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Ancora sotto la media il minimo estivo dei ghiacci marini artici

In settembre la copertura dei ghiacci marini dell’Artico ha toccato il suo minimo annuale. Benché sia superiore al minimo assoluto raggiunto nel 2012, il dato indica una forte riduzione rispetto alla media delle estensioni minime annuali dal 1981 al 2010 e conferma la tendenza alla riduzione dei ghiacci marini artici, che sta avvenendo a un ritmo di circa 54.000 chilometri quadrati all’anno
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Quest’anno l’estensione minima del ghiaccio marino artico – raggiunta il 19 settembre e il 23 settembre – è stata di 4,59 milioni di chilometri quadrati: ben al di sopra del minimo assoluto di 3,41 milioni di chilometri quadrati del 2012, ma comunque 1,63 milioni di chilometri quadrati al di sotto della media delle estensioni minime annuali 1981-2010.

Con valori sostanzialmente uguali a quelli del 2008 e del 2010, quella del 2018 è quindi la sesta estensione minima estiva più bassa mai registrata da quando sono disponibili le rilevazioni satellitari. A darne notizia sono la NASA e il NSIDC (National Snow and Ice Data Center) dell’Università del Colorado a Boulder.

Ancora sotto la media il minimo estivo dei ghiacci marini artici

L’estensione dei ghiacci marini estivi ha raggiunto il minimo il 19 e il 23 settembre scorso (Cortesia National Snow and Ice Data Center (NSIDC) at the University of Colorado Boulder)

Quest’estate, le condizioni meteorologiche nell’Artico hanno portato a situazioni contrastanti; in alcune aree in cui ci sono state temperature più calde della media, accompagnate da un rapido scioglimento dei ghiacci, mentre altre sono rimaste più fresche del normale, assicurando la persistenza del ghiaccio marino.

Complessivamente i dati confermano la tendenza alla riduzione dei ghiacci artici marini, la cui estensione, a partire dalla fine degli anni settanta, si è ridotta in media di circa 54.000 chilometri quadrati all’anno, una superficie equivalente a quelle di Piemonte, Liguria e Lombardia messe insieme.

Quest’anno si è manifestato anche un fenomeno anomalo, che preoccupa i ricercatori: si è aperta una polinia (una superficie di acqua circondata dai ghiacci) in un’area ghiacciata a nord della Groenlandia dove tipicamente si trova il ghiaccio marino più antico e più spesso dell’Artico.

“Questa apertura è importante per diversi motivi”, ha detto Melinda Webster, ricercatrice al Goddard Space Flight Center

della NASAche segue le rilevazioni satellitari sull’Artico. “L’acqua appena esposta assorbe la luce del Sole più del ghiaccio e riscalda l’oceano, e questo influisce sulla velocità con cui il ghiaccio marino crescerà nell’autunno successivo. Inoltre colpisce anche l’ecosistema locale; per esempio, ha un impatto sulle popolazioni di foche e orsi polari che si affidano ai ghiacci marini più spessi e coperti di neve sia per le tane in cui rifugiarsi sia per la caccia.”

Ancora sotto la media il minimo estivo dei ghiacci marini artici

Confronto fra il minimo estivo del 1984 e del 2016 (Cortesia National Snow and Ice Data Center (NSIDC) at the University of Colorado Boulder)

Monitorare la copertura di ghiaccio del mar glaciale Artico è importante perché la sua riduzione può influenzare i modelli meteorologici del pianeta e la circolazione degli oceani.

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