Emerse altre prove che identificano la Cina quale fonte di misteriose emissioni che distruggono l’ozono

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Emerse altre prove che identificano la Cina quale fonte di misteriose emissioni che distruggono l’ozono

Tratto da www.sciencealert.com

Per anni, un mistero ha lasciato perplessi gli scienziati ambientali. Il mondo aveva bandito l’uso di molti composti che riducono l’ozono nel 2010. Quindi perché i livelli dell’ozono avevano continuato ad abbassarsi?

Lo scenario ha iniziato a schiarirsi a giugno quando il New York Times ha pubblicato un’indagine  sulla questione.

La Cina , affermava il giornale, sarebbe stata la causa di queste emissioni misteriose. Ora, sta emergendo, che probabilmente il giornale aveva ragione a puntare il dito contro la grande potenza orientale

In un articolo pubblicato di recente sulla rivista Geophysical Research Letters , un team internazionale di ricercatori conferma che la Cina orientale è la fonte di almeno la metà delle 40.000 tonnellate di emissioni di tetracloruro di carbonio che attualmente entrano nell’atmosfera ogni anno. Hanno ottenuto questo risultato usando una combinazione di dati della concentrazione atmosferica terrestre e aerea provenienti dalla vicina penisola coreana.

Hanno anche fatto affidamento su due modelli che simulavano il modo in cui i gas si muovevano attraverso l’atmosfera. Sebbene siano stati in grado di restringere la fonte alla Cina, i ricercatori non sono stati in grado di dire esattamente chi ha infranto il divieto e se sono a conoscenza del danno che stanno facendo.

“Il nostro lavoro mostra la posizione delle emissioni di tetracloruro di carbonio”, ha detto il coautore Matt Rigby in un comunicato stampa. “Tuttavia, non conosciamo ancora i processi o le industrie responsabili, questo è importante perché non sappiamo se viene prodotto intenzionalmente o inavvertitamente.”

Se riusciremo a individuare la fonte di queste emissioni, potremo iniziare a lavorare per fermarle e curare il nostro strato di ozono. E dato che in quasi un decennio abbiamo raggiunto progressi minimi  su questo fronte, non c’è davvero tempo da perdere.

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