Come si presenta il polo nord del sole?

Questa potrebbe non essere una delle domande più impellenti in astronomia, ma lo è stata per molto tempo per ogni fisico solare. Abbiamo inviato molte sonde per studiare il Sole a una vasta gamma di latitudini, ma mai in realtà dall’alto o dal basso, quindi c’è una lacuna nella nostra conoscenza della nostra stella, che ora possiamo essere in grado di iniziare a colmare.

Utilizzando ii dati dall’osservatorio Proba-2 (PRoject for OnBoard Autonomy 2), l’Agenzia spaziale europea  (ESA) è riuscita a creare un’immagine di come il polo nord del Sole potrebbe essere. Quindi, senza fotografarlo direttamente , come avrebbero fatto?

Proba-2 si concentra principalmente sulle latitudini più basse del Sole ma cattura tutto nella sua linea di vista, inclusi gli effetti atmosferici solari alle alte latitudini, che possono indirettamente aiutarci a capire le regioni polari.

Il team ha preso le osservazioni del Sole, oscurando il disco solare e lasciando scoperta solo la parte più settentrionale (e un po ‘ai lati), come dimostrato da questa pratica illustrazione in stile fumetto. Queste sono state convertite in informazioni sulla situazione atmosferica al momento in cui è stata scattata l’immagine. Il processo è stato poi ripetuto più volte in momenti successivi fino a quando non ci sono stati dati sufficienti a coprire circa la metà di una rotazione solare. E da quello, sono stati in grado di ricostruire l’immagine sopra.

Una tale ricostruzione non è certamente una vera immagine, alcune imprecisioni sono evidenti, come la grande linea che attraversa il centro della stella, che è dovuta a cambiamenti nell’atmosfera solare mentre le osservazioni stavano avvenendo, ma è il meglio che possiamo sperare di avere, per adesso.

Macchie scure e chiare sono visibili sulla superficie, a indicare che la complessità della nostra stella si estende a tutte le latitudini. La macchia scura nel mezzo è un buco coronale polare, la fonte di un Flare solare. L’immagine proviene da una luce ultravioletta estrema, quindi traccia i processi energetici che generano il vento solare, le particelle che fluiscono dal Sole verso il Sistema Solare. La rete di strutture viste qui potrebbe alterare la velocità del vento solare.

La missione NASA / ESA Ulysses nel 1994/1995 è stata l’unica sonda che abbiamo inviato per studiare le regioni polari del Sole, ma non sarà l’ultima. L’ESA sta pianificando di inviare una nuova missione nel 2020. Il Solar Orbiter, che studierà il Sole ad alte latitudini e che sarà in grado di esplorare le sue regioni polari. Questa conoscenza sarà molto importante per comprendere diversi processi che si verificano sulla superficie del Sole e come questi influenzano l’ambiente spaziale attorno alla Terra.