Legambiente chiede di spostare il traguardo della 13esima tappa del Giro d’Italia per tutelare l’habitat del Gran Paradiso

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Legambiente chiede di spostare il traguardo della 13esima tappa del Giro d’Italia per tutelare l’habitat del Gran Paradiso

L’arrivo della tappa Pinerolo-Ceresole Reale al Lago del Serrù, a 2300 metri di quota, è nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso
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L’edizione 2019 del Giro d’Italia, presentata alla stampa nelle scorse settimane, prevede per la sua 13esima tappa Pinerolo-Ceresole Reale l’arrivo al Lago del Serrù, a 2,300 metri di quota, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Una scelta che per il suo possibile impatto sul delicato habitat naturale dell’alta Valle Orco ha suscitato le perplessità delle associazioni ambientaliste, rappresentate nel Consiglio del Parco da Antonio Farina di Mountain Wilderness che, con una lettera, ha portato la questione all’attenzione, tra gli altri, del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Farina chiede che «Vengano stabiliti dei limiti, perché ritengo che tale scelta non sia assolutamente compatibile con le finalità di una area naturale protetta. Ma soprattutto non è compatibile con l’habitat naturale dell’alta Valle dell’Orco, sul versante piemontese del parco, dove si trova il sito prescelto». Ancora: «In tale periodo gli ungulati scendono sul fondovalle, gli stambecchi in particolare. È evidente che l’impatto della carovana del giro non sia sostenibile». Farina ha chiesto la valutazione di incidenza.

Sulla questione interviene anche Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, che evidenzia: «Ricordiamo che la tappa finale e il circolo mediatico che accompagna la Corsa ciclistica Rosa, dovrebbe da programma occupare un luogo molto più in alto del paese di Ceresole Reale e lontano dalle infrastrutture, tuttora raggiunto solo da una carrozzabile che nelle domeniche estive viene chiusa per stemperare l’afflusso di auto Il frastuono dei motori di auto, camion ed elicotteri, disturberebbe gli animali del parco nel mese di maggio, stagione in cui gli stessi si trovano ancora a bassa quota a causa dell’innevamento e momento critico per gli stambecchi che devono partorire. Chiediamo quindi che il traguardo della tappa del Giro si attesti a Ceresole Reale, ai confini del Parco Nazionale».

Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente, conclude: «Legambiente è impegnata da tempo affinché si realizzi una mobilità meno impattante nelle zone più delicate e di valore delle nostre montagne. Il passaggio del Giro d’Italia in Valle Orco è un momento utile ed importante per tutta l’area e la scelta di fermarsi a Ceresole costituirebbe un messaggio di grande sensibilità verso l’ambiente naturale, dispiace che venga addirittura usata come ricatto per cancellare la tappa stessa».

Fonte Immagine di copertina

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