La memoria della Piccola Era Glaciale ancora presente nell’Oceano Pacifico

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La memoria della Piccola Era Glaciale ancora presente nell’Oceano Pacifico

La Piccola Era Glaciale sta ancora raffreddando le profondità dell’Oceano
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Secondo lo studioThe Little Ice Age and 20th-century deep Pacific cooling”, pubblicato su Science da Geoffrey Gebbie del Department of physical oceanography, della Woods Hole Oceanographic Institution e da Peter Huybers, del Department of Earth and planetary sciences dell’Harvard University, l‘oceano ha la memoria lunga. Quando l’acqua che oggi è nelle profondità dell’Oceano Pacifico era in superficie, Carlo Magno era Imperatore del Sacro Romano Impero, la Dinastia Song governava la Cina e l’università di Oxford era stata appena fondata. Tra il IX e il XII secolo, il clima della Terra era più caldo, prima che, intorno al XVI secolo, arrivasse la Piccola Era Glaciale. Ora che le temperature superficiali oceaniche sono tornate ad aumentare, i due scienziati statunitensi si sono chiesti: «Le parti più profonde dell’oceano lo sanno?»

E’ così che hanno scoperto che  «In termini di temperatura, l’Oceano Pacifico profondo è in ritardo di alcuni secoli e si sta ancora adattando all’arrivo ella Piccola Era Glaciale. Mentre la maggior parte dell’oceano sta rispondendo al riscaldamento moderno, il Pacifico profondo potrebbe raffreddarsi».

Gebbie spiega che «Queste acque sono così vecchie e non sono più state in superficie a lungo, molto a lungo. Questo accadeva centinaia di anni fa quando l’Europa ha vissuto alcuni dei suoi inverni più freddi della storia».

Huybers ricorda che «Il clima varia lungo il tempo. Alcuni modelli di riscaldamento e raffreddamento regionali, come la Piccola era glaciale e il Periodo Caldo Medievale, sono ben conosciuti. In nostro obiettivo era sviluppare un modello di come le proprietà interne dell’oceano rispondono ai cambiamenti del clima in  superficie». E quel che è emerso da questo modello ha mostrato è sorprendente: «Se l’oceano in superficie si era generalmente raffreddato per la maggior parte  dell’ultimo millennio – ha detto Gebbie – quelle parti dell’oceano più isolate dal moderno riscaldamento potrebbero ancora raffreddarsi».

Naturalmente, il modello è  una semplificazione dell’oceano reale. Per testare la previsione, Gebbie e Huybers hanno paragonato la tendenza al raffreddamento rilevata nel modello con le misurazioni della temperatura oceanica effettuate negli anni 1870 dagli scienziati a bordo dello HMS Challenger e con le moderne osservazioni del World Ocean Circulation Experiment (eWoce) degli anni ’90.

L’HMS Challenger era un veliero a tre alberi in legno, che originariamente era una nave da guerra britannica, utilizzato per la prima spedizione scientifica moderna per esplorare l’oceano e il fondale marino del mondo. Durante la spedizione durata dal 1872 al 1876, dei termometri furono calati fino a oltre 5.000 metri nelle profondità oceaniche per misurare la temperatura.

Huybers spiega ancora: «Abbiamo esaminato questi dati storici per i valori anomali e abbiamo preso in considerazione una varietà di correzioni associate agli effetti della pressione sul termometro e all’allungamento della corda di canapa utilizzata per calare i termometri». I ricercatori hanno poi confrontato i dati dell’HMS Challenger con le osservazioni moderne e hanno scoperto che «Molte parti dell’oceano globale di stanno riscaldando, come ci si aspetterebbe a causa del pianeta che si è riscaldato nel XX secolo, ma si raffreddano nel Pacifico profondo a una profondità di circa due chilometri».  Gebbie precisa che «La stretta corrispondenza tra le previsioni e le tendenze osservate ci ha dato la certezza che si tratta di un fenomeno reale».

Secondo gli scienziati statunitensi, «Queste scoperte implicano che le variazioni del clima in superficie che precedono l’inizio del riscaldamento moderno influenzano ancora il riscaldamento odierno». Stime precedenti su quanto caldo la Terra avesse assorbito durante l’ultimo secolo presumevano che l’oceano avesse cominciato a raggiungere un  equilibrio all’inizio della rivoluzione industriale. Ma Gebbie e Huybers stimano che «La tendenza al raffreddamento del Pacifico in profondità porti a una revisione di circa il 30%.al ribasso del caldo assorbito nel XX secolo».

Huybers conclude: «Parte del calore necessario per portare l’oceano in equilibrio con un’atmosfera che ha più gas serra era già apparentemente presente nel Pacifico profondo. Questi risultati aumentano il bisogno di comprendere le cause del Periodo Caldo Medievale e della Piccola Era Glaciale come un modo per comprendere meglio le tendenze del riscaldamento moderno».

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