Scoperto un sistema di falde acquifere nel sottosuolo di Marte
Grazie alle analisi effettuate dalla sonda europea Mars Express, è stata confermata l’esistenza nel remoto passato di Marte di un sistema di falde acquifere e bacini sotterranei, interconnessi a livello planetario. A condurre la ricerca Francesco Salese, dell’Università di Utrecht, in collaborazione con l’Università di Pescara e di Berlino.
di Stefano Parisini
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Il fondo di uno dei crateri analizzati, anticamente riempitosi d’acqua proveniente da falde acquifere. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss; F. Salese et al. (2019)
Quello che ai più appare come un paesaggio desolato e morto, per i geologi è un libro che – seppur sbiadito, pieno di cancellature e rifacimenti – racconta una storia a chi la sa leggere.
Una delle storie impresse nei crateri di Marte, risalente a qualcosa come 3.5 miliardi di anni fa, viene ora rivelata da una nuova ricerca, da poco pubblicata sul Journal of Geophysical Research – Planets e guidata da Francesco Salese della Università di Utrecht, in Olanda, in collaborazione l’Università “Gabriele D’Annunzio” di Pescara e l’Università libera di Berlino.
Grazie ai rilevamenti della sonda europea Mars Express, il gruppo di ricerca ha potuto confermare quella che finora era solo un’ipotesi teorica, l’antica presenza di un sistema globale interconnesso di laghi sotterranei, alcuni dei quali sembrano contenere minerali cruciali per il sostentamento di forme di vita.
In pratica, i ricercatori hanno analizzato una serie di 24 profondi crateri, dove hanno rintracciato strutture geologiche – come canali, vallate, bacini – che hanno richiesto la presenza di acqua liquida per formarsi.
«Anticamente, Marte era un mondo pieno d’acqua, ma, via via che il clima del pianeta andava cambiando, quest’acqua si ritirò progressivamente sotto la superficie, per formare bacini e falde sotterranee», spiega Salese. «Nel nostro studio abbiamo cercato le tracce di quest’acqua sotterranea, di cui poco sappiamo in quanto a estensione e ruolo giocato, trovando la prima evidenza geologica di un sistema planetario di acque sotterranee su Marte».
Il fondo dei crateri analizzati si trova ad almeno 4000 metri sotto l’attuale “livello del mare” marziano, una soglia, quest’ultima, arbitrariamente stabilita dagli scienziati come riferimento in base alle quote e alla pressione atmosferica del pianeta.
Molti dei crateri presi in considerazione contengono molteplici strutture geologiche che, secondo gli autori, testimoniano non solo la loro formazione in presenza di acqua, ma anche del suo recedere e avanzare nel tempo nei laghi sotterranei.
Questo sistema globale di laghi sotterranei sarebbe esistito circa 3.5 miliardi di anni fa e, secondo gli autori, poteva essere collegato all’oceano che si suppone esistesse tra i 3 e 4 miliardi di anni fa su Marte.

Questo diagramma mostra un modello dell’evoluzione nel tempo dei bacini acquiferi nei crateri di Marte. Ci sono tre fasi principali: nella prima (in alto), il bacino del cratere è allagato con acqua di falda, dando luogo a formazioni come delta, valli, canali, coste e così via. Nella seconda fase (al centro), il livello dell’acqua scende in tutto il pianeta e nuove formazioni emergono come risultato. Nella fase finale (in basso), il cratere si secca e diventa soggetto all’erosione, rivelando strutture formatesi nei precedenti miliardi di anni. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss; adattamento da F. Salese et al. (2019)