La Terra ha incontri ravvicinati con asteroidi abbastanza grandi da causare danni, in maniera molto frequente, ma nella giornata del 25 luglio, uno di questi si è avvicinato considerevolmente di più della maggior parte di quelli che approcciano il nostro pianeta. Anche se non appartenente alla categoria “killer dei dinosauri”, questo visitatore era molto più grande per gli standard di quelli che si sono avvicinati senza che ce ne accorgessimo fino all’ultimo minuto. L’asteroide in questione, sembra quasi ironico il nome, si chiama 2019 OK e ciò che lo rende insolito è la combinazione di dimensioni e vicinanza. Qualunque cosa all’interno dell’orbita lunare è considerata un approccio ravvicinato e finora quest’anno ne abbiamo visti almeno 24 di questa categoria quasi uno alla settimana.

Il 25 luglio, l’International Asteroid Warning Network riferisce che 2019 OK è arrivato a 0,19 orbite lunari dal centro della Terra; considerevolmente più vicino della maggior parte, ma quasi il più vicino di quelli passati quest’anno. Piccoli asteroidi si disintegrano frequentemente bruciando al contatto con l’atmosfera, con alcuni che generano una pioggia di piccole meteore, creando esplosioni a volte impressionanti . A giugno, l’asteroide MO 2019, è passato così vicino da disintegrarsi nella nostra atmosfera creando una esplosione molto luminosa vista nei Caraibi.

2019 OK avrebbe potuto fare molto di più. Si stima che fosse lungo 100 metri e avrebbe rilasciato più energia della più grande bomba nucleare presente negli armamenti odierni, spazzando via facilmente qualsiasi città su cui sarebbe precipitato. Il risultato più probabile di un impatto oceanico sarebbe stato quello di scatenare enormi tsunami.

D’altra parte, MO 2019 era largo solo circa 5 metri, avendo meno di un millesimo della massa di 2019 OK. Si ritiene che, quello che ha creato il maggiore impatto degli ultimi anni, generando l’esplosione di Chelyabinsk che ha ferito 1.000 persone, fosse lungo 15-20 metri. 2019 OK avrebbe almeno 100 volte quella massa.

Ciò lo rende esattamente il tipo di asteroide che vorremmo avvistare e di cui capirne la traiettoria in anticipo. In effetti, le prime osservazioni di OK 2019 sono state quasi un mese fa a fine giugno, ma l’orbita non è stata calcolata fino a poche ore prima che arrivasse nelle vicinane del pianeta. Il problema era che 2019 OK ha avuto una traiettoria insolita avvicinandoci dal lato del Sole e quindi visibile solo al crepuscolo.

2019 OK ha un’orbita lunga 2,7 anni, più lunga di Marte, ma il suo percorso è piuttosto ellittico, portandolo all’interno dell’orbita di Venere nel suo approccio più vicino al Sole. Questo è un segnale che potrebbe minare la sua sopravvivenza a lungo termine. A meno che un approccio ravvicinato a qualche pianeta non cambi radicalmente la sua orbita, 2019OK finirà per scontrarsi con un pianeta compreso tra Terra, Venere o Marte. Ora sappiamo che è in orbita e che abbiamo stabilito che non ci colpirà prossimamente, ma serve a ricordare che ci sono altri asteroidi potenzialmente pericolosi da cui guardarci e dobbiamo essere pronti ad avvistarli