Scoperti ceppi di coronavirus correlati al Covid-19 nei pangolini malesi sequestrati ai trafficanti

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Scoperti ceppi di coronavirus correlati al Covid-19 nei pangolini malesi sequestrati ai trafficanti

Chiudere tutti i mercati di fauna selvatica e impedire la caccia di frodo ai pangolini
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La pandemia in corso di polmonite virale è associata a un nuovo coronavirus, SARS-CoV-2. Il suo focolaio iniziale è stato provvisoriamente identificato in un mercato del pesce di Wuhan, in Cina, dove la fonte dell’infezione zoonotica potrebbe essere stata la vendita di animali selvatici. I pipistrelli sono probabilmente il serbatoio originario della SARS-CoV-2, ma un qualsiasi ospite intermedio che potrebbe aver facilitato il il salto negli esseri umani, una fonte del coronavirus COVID-19 ipotizzata ma non nota.  Ora il nuovo studio “Identifying SARS-CoV-2 related coronaviruses in Malayan pangolins”, pubblicato su Nature da un team internazionale di scienziati guidato da Tommy Tsan-Yuk Lam del Joint Institute of Virology (Università di Shantou e Hong Kong)  e da Yi-Gang Tong del Beijing Advanced Innovation Center for Soft Matter Science and Engineering (BAIC-SM) e del College of Life Science and Technology della Beijing University of Chemical Technology, ha identificato dei coronavirus correlati alla SARS-CoV-2 nei pangolini malesi (Manis javanica) chiamati anche della Sunda, del Borneo o di Java – che vivono in un areale che va dalla Thailandia e Myanmar, all’Indocina, alla Malaysia e alle grandi isole occidentali dell’Indonesia – che sono stati sequestrati in operazioni anti-contrabbando nella Cina meridionale.

Il team di ricercatori evidenzia che «Il sequenziamento metagenomico ha identificato i coronavirus associati al pangolino che appartengono a due sotto-lignaggi di coronavirus correlati alla SARS-CoV-2, incluso uno che mostra una forte somiglianza con SARS-CoV-2 nel dominio del legame del recettore. La scoperta di molteplici lignaggi di coronavirus del pangolino e la loro somiglianza con SARS-CoV-2 suggerisce che i pangolini dovrebbero essere considerati come possibili ospiti nell’emergere di nuovi coronavirus e dovrebbero essere rimossi dai mercati di selvaggina per prevenire la trasmissione zoonotica». Che è quello che ha fatto la Cina.

I pangolini sono il mammifero più trafficato e venduto illegalmente e vengono utilizzati sia come cibo che per la medicina tradizionale. Su Nature, i ricercatori dicono che invece questi animali andrebbero maneggiati con molta cautela e che è necessario tenere sotto controllo le popolazioni di pangolini selvatici per capire il loro ruolo nel rischio di future trasmissioni di zoonosi agli umani.

Intervistato da BBC News, Lam ha confermato l’identificazione dei due gruppi di coronavirus legati al COVID-19 nei pangolini malesi introdotti clandestinamente in Cina e ha aggiunto che «Sebbene il loro ruolo di ospite intermedio dell’epidemia di SARS-CoV-2 rimanga da confermare, la vendita di questi animali selvatici nei mercati di carne dovrebbe essere severamente vietata per evitare una futura trasmissione».

Come esattamente il virus sia saltato da un animale selvatico , presumibilmente un pipistrello, a un altro animale selvatico, il pangolino, e quindi agli esseri umani resta un mistero, quel che si sa è che probabilmente sia i pipistrelli ferro di cavallo che i pangolino sono entrambi coinvolti, ma la sequenza precisa degli eventi è sconosciuta.

Lam spiega che «Trovare il virus nei pangolini malesi contrabbandati ha sollevato la questione di dove abbiano contratto il virus. Veniva dai pipistrelli lungo la rotta del traffico verso la Cina o dai loro habitat nativi nel sud-est asiatico?»

Gli ambientalisti avvertono che sarebbe devastante se questa scoperta portasse a ulteriori persecuzioni nei confronti di un mammifero in via di estinzione e che la Lista Rossa Iucn classifica critically endangered.  Secondo Elisa Panjang dell’università di Cardiff e pangolin conservation officer al Danau Girang Field Centre in Malaysia, «Questo per la comunità internazionale è il momento di esercitare pressioni sui propri governi affinché mettano fine al commercio illegale di specie selvatiche».

Dopo la Cina anche il Vietnam – un altro importantissimo centro del commercio illegale di specie protette – sta prendendo in considerazione la possibilità di chiudere i mercati di animali.

Sempre su BBC News, Andrew Cunningham della Zoological Society of London (ZSL) ha affermato che è importante non saltare subito alle conclusioni: «La fonte del coronavirus rilevato è davvero sconosciuta: potrebbe essere stato un virus naturale del pangolino o aver fatto il saltato da un’altra specie tra la sua cattura e la morte».

E Dan Challender, dell’università di Oxford, ha concluso ricordando che «I pangolini sono noti per ospitare vari ceppi di coronavirus. L’identificazione della fonte di SARS-CoV-2 è importante per comprendere l’emergere dell’attuale pandemia e per prevenire eventi simili in futuro».

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