Allarme dell’Efsa in tutta Europa per l’aviaria: milioni di galline stanno per essere abbattute

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Allarme dell’Efsa in tutta Europa per l’aviaria: milioni di galline stanno per essere abbattute

di Francesca Biagioli
www.greenme.it

L’Europa è in allerta per i nuovi possibili focolai di influenza aviaria che rischiano di riaccendersi in diversi paesi, cosa che di fatto sta già accadendo. Ad avvertire che il problema è da prendere seriamente in considerazione è ora anche l’European food safety authority (Efsa). La conseguenza di questa situazione potrebbe essere la morte e/o l’abbattimento di migliaia di animali selvatici e negli allevamenti.

L’influenza aviaria si è recentemente riaffacciata in paesi come Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito dove, ad oggi, sono stati segnalati oltre 300 casi. Ma anche altre nazioni, per il momento non interessate da focolai del virus che colpisce polli, tacchini, fagiani e altri volatili, potrebbero presto trovarsi alle prese con lo stesso problema.

Nei paesi sopracitati sono stati già uccisi migliaia di animali (come se non bastasse il drammatico abbattimento dei visoni in tutta Europa per paura del Covid mutato) ma la situazione potrebbe drasticamente peggiorare.

Ad avvertire dei rischi è ora anche l’Efsa che in un suo aggiornamento scientifico, redatto in collaborazione con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e il Laboratorio europeo di riferimento per l’influenza aviaria, evidenzia come il virus stia avanzando velocemente in tutto il nostro continente.

Il documento specifica che la maggior parte dei casi che si sono verificati finora riguardavano uccelli selvatici ma sottolinea anche che è alta la probabilità che il virus si diffonda al pollame, cosa che sia pure in misura minore è già avvenuta.

Ricordiamo poi che il ceppo di influenza aviaria attualmente circolante (H5N8) non è pericoloso per l’uomo, dato che il rischio di trasmissione è molto basso. Ma anche su questo punto l’Efsa avverte che:

“l’evoluzione di questi virus dev’essere monitorata attentamente per valutare il rischio concreto che emergano virus trasmissibili all’uomo”.

Cosa fare? Nik Kriz, responsabile dell’Unità EFSA “Salute animale e vegetale”, è convinta che:

“Per prevenire una ulteriore escalation di questi focolai sarà necessaria una stretta collaborazione tra le autorità competenti in materia di salute animale, pubblica, ambientale e occupazionale, in altre parole occorrerà un approccio di salute unica globale (“One Health”) in tutta Europa”.

Si richiede quindi agli enti competenti delle singole nazioni di sorvegliare la situazione di uccelli selvatici e allevamenti e mettere in atto misure di controllo per prevenire qualsiasi tipo di contatto tra l’uomo e uccelli infetti o morti. Si consiglia inoltre alle zone ad alto rischio di mettere in atto le misure di attenuazione del rischio e di incremento della biosicurezza prescritte dalla Decisione di esecuzione (UE) 2018/1136 della Commissione Europea.

A livello scientifico, invece, la condivisione di sequenze complete del genoma virale può rivelarsi fondamentale affinché si individui prontamente la comparsa di eventuali mutazioni genetiche pericolose per gli animali e/o l’uomo.

Nel frattempo, quanto previsto dall’Efsa si sta già avverando. La Polonia proprio ieri ha annunciato l’abbattimento di oltre 900mila galline presenti in un allevamento del villaggio di Wroniawy dove si è diffusa l’influenza aviaria.

“È un allevamento di 930.000 galline ovaiole. Un canale scorre dietro la fattoria, ci sono anche campi nelle vicinanze, con oche e altri uccelli selvatici”, ha affermato l’agenzia di stampa statale PAP, citando le autorità veterinarie locali.

In una sua precedente valutazione scientifica, l’Efsa aveva già allertato sul fatto che l’influenza aviaria avrebbe potuto diffondersi rapidamente all’Europa occidentale, dopo la comparsa di alcuni focolai in Russia e Kazakistan. Proprio da questi paesi parte infatti una nota rotta di migrazione autunnale degli uccelli acquatici selvatici, la cui meta finale è l’Europa.

Fonte:  Efsa/Reuters

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