Ecco come le grandi gocce favoriscono la creazione di nuove goccioline all’interno delle nubi

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Ecco come le grandi gocce favoriscono la creazione di nuove goccioline all’interno delle nubi

I risultati di una ricerca del Politecnico di Torino e del MPIDS tedesco
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Lo studio “Supersaturation in the Wake of a Precipitating Hydrometeor and Its Impact on Aerosol Activation”, pubblicato recentemente su Geophysical Research Letters da un team di ricercatori  del Politecnico di Torino e del Max-Planck-Institut für Dynamik und Selbstorganisation (MPIDS) di Gottinga, che spiega come la precipitazione di grandi gocce e particelle di ghiaccio possa favorire la nucleazione di nuove gocce o nuclei di ghiaccio a partire dagli aerosol presenti in atmosfera.

Al Politecnico di Torino spiegano che «Le nuvole svolgono un ruolo cruciale nella definizione delle condizioni meteorologiche e del clima: l’attivazione degli aerosol – siano essi polveri inorganiche, particelle di fuliggine, inquinanti, molecole di acidi o ioni – come nuclei di condensazione influisce sul ciclo di vita di una nuvola. Una comprensione dettagliata di questi meccanismi è necessaria per poter formulare previsioni sempre più affidabili».

Tra i problemi irrisolti sulla dinamica delle nuvole, ancora non è chiaro come e perché il numero di particelle di ghiaccio al loro interno superi il numero di particelle di ghiaccio che potenzialmente potrebbero essere attivate: quali sono le principali cause di questo eccesso di particelle?

Attraversio simulazioni numeriche, i  ricercatori italiani e tedeschi hanno studiato uno dei possibili processi di generazione di nuove goccioline d’acqua o particelle di ghiaccio, suggerito da recenti esperimenti di laboratorio. Hanno così dimostrato «come la precipitazione di una particella di ghiaccio in un ambiente saturo o leggermente sottosaturo porti a condizioni necessarie alla condensazione in un’ampia regione della sua scia e hanno mostrato in quali condizioni alcune particelle di aerosol “fortunate” possano rimanervi “intrappolate” per un tempo sufficientemente lungo da consentire la loro attivazione come nuclei di condensazione di una nuova gocciolina».

Secondo Taraprasad Bhowmick, dottorando in fisica al Politecnico di Torino «Questo studio segna un grande risultato che apre nuove potenziali linee di ricerca, rilevanti per la fisica delle nuvole e le scienze del clima».

Una modellazione più realistica delle diverse condizioni delle nuvole e un’analisi dettagliata della crescita dai singoli aerosol entrati in contatto con tali idrometeore sono tra i prossimi obiettivi della ricerca

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