La nevicata storica del febbraio 2012 in molte zone d’Italia

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La nevicata storica del febbraio 2012 in molte zone d’Italia

La più intensa degli anni ‘2000
di Mario Giuliacci
www.meteogiuliacci.it

 Il freddo

 L’ondata di freddo, gelo e neve interessò buona parte dell’Europa fino al Nord Africa nel periodo compreso tra il 27 gennaio e il 20 febbraio 2012.

Fu caratterizzata da temperature estremamente basse, specialmente nell’Europa orientale, le quali raggiunsero un minimo assoluto di −39,2 °C il 2 febbraio a Kuusamo, in Finlandia e forti nevicate sui restanti paesi europei.

 Il 4 febbraio 2012 la neve cadde persino ad Algeri con un accumulo di circa 20 cm e l’aria gelida portò nevicate anche nel Deserto del Sahara.

Sull’Europa centrale ed orientale si sono succedute per diversi giorni delle forti tormente di neve con temperature fino a qualche decina di gradi sottozero (-36 °C in Serbia e Russia, -30 °C in Polonia e Ucraina, -20 °C in Germania e Romania). Le forti nevicate interessarono anche i Balcani e si spinsero fino al Mar Nero.

Dal 31 gennaio al 20 febbraio l’aria continentale invase l’Italia. Minime fino a -30/-20°C. A partire dalla fine di gennaio, un flusso di aria artica continentale raggiunse la penisola. In un primo momento furono interessate soltanto le regioni del nord (a Torino e Milano la minima crollò a -12 °C, successivamente il freddo si estese anche alle regioni centro-meridionali con L’Aquila che raggiunse i -7 °C, ed infine l’aria artica invase alcune regioni del sud, in particolar modo quelle tirreniche. In Liguria, a Sassello, il termometro precipitò fino a -22,1 °C: un primato per questa regione in precedenza sempre risparmiata dalle ondate di freddo importanti.

Il primato di temperature più basse va tuttavia all’Abruzzo: il giorno 15 febbraio infatti si sono misurati ben -28,6 °C a Tagliacozzo, -35,8 °C sull’Altopiano di Marsia e, record assoluto di temperatura più bassa dell’intera Italia, -37,4 °C ai Piani di Pezza (Rocca di Mezzo).

In Umbria nell’altopiano di Castelluccio di Norcia a 1350 m s.l.m. le temperature scesero ogni notte costantemente sotto i -25 °C con punte più basse degli irraggiungibili -30 °C e sul monte Vettore la neve rimase per tutta l’estate sciogliendosi definitivamente solo a metà settembre.

A Trieste le temperature nel periodo compreso tra 1º febbraio e 4 febbraio scesero sulla costa a minime di -10/-12 gradi e massime di -6 I moli marittimi della città furono invasi dal ghiaccio marino alto decine di centimetri dovuto alla forza del vento e al gelo intenso in grado di congelare il mare e tenerlo congelato anche sotto il sole e nelle ore più calde.

Nevicate fino 2 metri in pianura 5 metri in montagna

In Italia il freddo arrivò a fine gennaio, ed i primi giorni di febbraio iniziarono le nevicate a bassa quota. Prima al Nord, poi al Centro e infine al Sud. Durante questo episodio di freddo e neve vennero imbiancate molte zone dove la neve cade raramente. La costa tirrenica centrale, con la neve che imbiancò anche zone marittime, e la città di Roma. Qui la neve cadde due volte, fra il 3 ed il 4 febbraio e fra il 10 e l’11 febbraio. Erano anni che non si vedeva tanta neve a Roma.

Piemonte e Liguria

L’ondata di freddo ebbe inizio il 28 gennaio, quando il gelo si concentrò soprattutto al centro-nord. Le prime regioni ad imbiancarsi furono quelle del nord-ovest, in particolare Piemonte e Liguria, con accumuli fino a 70 cm nel cuneese e neve a Torino.

Toscana

Il 1º febbraio nevicò su gran parte della Toscana fino in pianura e fin sulla città di Viareggio. Nevicò a tratti con 10 cm misurati ad Empoli, con 20-25 cm misurati a Livorno ed i 27 cm cumulati a Siena. Neve abbondante cadde fra Viareggio e le Cinque Terre, dove il manto nevoso è stato ovunque spesso oltre i 10 cm.

Emilia-Romagna

In Emilia Romagna la neve cadde abbondante su tutta la pianura a est di Parma e successivamente più a sud verso il litorale tirrenico. Nell’area di Forlì-Cesena, Rimini e Pesaro-Urbino non si raggiungeva un tale picco di nevosità da almeno 100 anni con accumuli fino a 4,5 metri in collina, 200 cm a Cesena città ,170 cm a Forlì città, 327 cm a Urbino città, mentre sulla costa romagnola ovunque si raggiungevano almeno i 75 cm dopo il 12 febbraio.

 Marche 

la neve cadde pressoché su tutto il territorio regionale a partire dal 1º febbraio. Dopo una breve pausa, la precipitazione nevosa riprese a cadere il 2 febbraio e si protrasse per circa 72 ore con la quota neve che scese progressivamente fino a raggiungere la costa. Nella provincia di Ancona caddero lungo la costa dai 25 ai 40 cm di neve, mentre immediatamente più all’interno nelle campagne l’altezza media della neve fu di 1 metro e mezzo con accumuli fino a 3 metri e mezzo. A Montecopiolo, nel Montefeltro, nevicò incessantemente per ben 18 giorni. In tale località il manto nevoso raggiunse un’altezza di 3,5 m con picchi alti fino a 6 metri, nella città di Urbino caddero 318 cm di neve nel corso delle due settimane interessate dal maltempo, a memoria d’uomo non si ricorda una nevicata tanto copiosa

Umbria

Qui la neve iniziò a cadere il 2 febbraio, con diverse nevicate intermittenti e temperature costantemente negative. L’evento nevoso più importante nel capoluogo regionale, si è verificato il 12 febbraio con 20-30 centimetri di neve. e accumuli anche maggiori nelle zone esposte. Ci furono bufere di neve in appennino e zone pedemontante relative, con oltre un metro di neve sui cersanti più esposti. Il lago Trasimeno gelò in molti punti fin dal 6 febbraio, gelo che si mantenne fino al 13-14 febbraio

Abruzzo

In Abruzzo il manto nevoso ricopri dal 29 gennaio tutto il territorio , con accumuli sulla costa che raggiunsero i 40 cm. Durante la notte del 10 febbraio, nell’arco di 6 ore, caddero 60 cm di neve sulla spiaggia nei pressi di Silvi Marina (record di accumulo sulla costa). Sui monti la situazione fu peggiore: sulle cime del Gran Sasso e della Maiella si accumularono ben 5 metri di neve, facendo rimanere centinaia di paesetti del tutto isolati

Lucania

A Tricarico in Basilicata nevicò per ben 90 ore e si raggiunsero accumuli minimi di 150cm, e accumuli eolici superanti i 3 metri nel centro storico Mentre sul Monte Croccia, nel comune di Oliveto Lucano (MT) caddero più di 4 metri di neve. Le nevicate interessarono pressoché tutto il territorio regionale abruzzese già dal 2 febbraio e si protrassero quasi ininterrottamente per diversi giorni.

Campania

 Nevicate più abbondanti interessarono l’Irpinia, con ben 115 cm accumulati nel capoluogo, e il Sannio, dove a Benevento e nei paesi circostanti, il manto nevoso superò il metro e mezzo di altezza. Nei paesi dell’Alto Beneventano la temperatura scese di molto sotto lo zero e l’altezza della neve superò i 3 m. La notte tra il 6 e il 7 febbraio nevicò lievemente anche a Napoli

Lazio

Nel Lazio la neve cominciò a cadere il 2 febbraio in particolare in Ciociaria a quote molto basse con neve anche a Frosinone.

Il 3 febbraio Roma venne interessata da una nevicata con accumulo di circa 5/10 cm nelle zone Nord, che si protrasse dalle 11.45 fino alle 16 circa. Tra il 3 ed il 4 febbraio, la neve finì per interessare tutto il territorio comunale, accumulando 5 cm ad Ostia sin sulla spiaggia, 10 cm nelle zone Sud della città, 20 cm in centro e fino a mezzo metro appena fuori dal Raccordo.

Il 10 febbraio e 11 febbraio Roma fu nuovamente interessata da forti temporali nevosi con accumuli fino a 15-20 cm registrati in alcune zone settentrionali ed orientali della città. Il 10 febbraio i fenomeni nevosi colpirono, per la seconda volta dopo il 3 febbraio, anche il litorale laziale.

A Frosinone  tra il 2 e il 4 febbraio caddero oltre 60 cm di neve fresca. Qui le temperature medie giornaliere rimasero intorno gli 0 °C in pianura il giorno 3 febbraio. La neve nel Frusinate tornò a cadere anche il 5 febbraio .

 Puglia

In tutta la Murgia, caddero più di 30 cm di neve tra il 6 e 7 febbraio, e nuovamente nevicò il 14 febbraio nel sud-est barese e nel nord brindisino. Nella provincia di Foggia, invece, caddero almeno 10 centimetri di neve in tutti i comuni, ad eccezione delle zone costiere, dove l’accumulo si mantenne sui 2-3 centimetri. Sui comuni dei monti della Daunia caddero oltre 50 centimetri di neve e alcuni centri abitati rimasero isolati nei giorni più nevosi..

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