Un riscaldamento futuro, porterà grossi guai per i raccolti

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Un riscaldamento futuro, porterà grossi guai per i raccolti

Recenti ricerche confermano che il cambiamento climatico potrebbe avere un notevole impatto negativo sui raccolti del futuro
di Col Mario Giuliacci
www.meteogiuliacci.it

Nel cercare di prevedere gli effetti del futuro cambiamento climatico sui raccolti una grande fonte di incertezza deriva dalla scarsa conoscenza delle conseguenze di ondate di caldo eccezionale sulle coltivazioni di vario genere, difficoltà che in parte riflettono la mancanza di osservazioni regolari e sistematiche dei campi coltivati durante tutti quei periodi, in passato, caratterizzati da temperature estremamente elevate. 

In uno studio pubblicato di recente sulla rivista scientifica Nature Climate Science alcuni ricercatori della Stanford University e della Oklahoma State University hanno quindi analizzato nove anni di osservazioni satellitari riguardanti i campi coltivati nel Nord dell’India con l’intento di quantificare l’entità dell’appassimento del frumento in seguito all’esposizione a temperature al di sopra dei 34 gradi, e i risultati sono quanto meno preoccupanti: gli studiosi infatti hanno riscontrato una notevole accelerazione nell’appassimento delle colture in conseguenza all’aumento delle temperature medie, che le espone a ondate di caldo via via più intense, frequenti e durature. Insomma il peggioramento delle condizioni delle coltivazioni monitorate sarebbe addirittura di entità maggiore del corrispondente aumento delle temperature.

Inoltre la sofferenza delle colture sembra crescere più velocemente dell’aumento stesso delle temperature, motivo per cui, probabilmente, le attuali simulazioni al computer sottostimano notevolmente l’effetto del riscaldamento del clima sulle coltivazioni. In particolare in base ai risultati di questo studio nelle proiezioni per i prossimi decenni i danni alle coltivazioni stimati per un aumento medio delle temperature di circa 2 gradi potrebbe essere sottostimato di addirittura il 50%.

Fonte Articolo: Col. Mario Giuliacci

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