Ondata di caldo marino senza precedenti nel Mar Mediterraneo occidentale

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Ondata di caldo marino senza precedenti nel Mar Mediterraneo occidentale

Temperature da 4 a 6° C in più. Hotspot nel Tirreno centrale e tra Corsica ed Elba
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Secondo Mercator Ocean International, «Dal Mar Baleari alla Sardegna, così come ad est della Corsica e in tutto il Mar Tirreno, attraverso la griglia oceanica digitale Mercator Ocean International è possibile osservare temperature superficiali eccezionali comprese tra 28 e 30°C».

Prendendo a riferimento la base climatologica stabilita negli ultimi vent’anni, «La carta delle anomalie della temperatura superficiale mostra valori superiori alla norma, nell’ordine da +4 a +5° C dall’est delle Isole Baleari all’est della Corsica». I ricercatori spiegano che «L’anomalia di temperatura corrisponde alla differenza tra il valore in corrispondenza di ciascun punto della griglia nel giorno dell’analisi e il valore della climatologia di riferimento in quello stesso punto».

Karina von Schuckmann, oceanografa di Mercator Ocean International di Tolosa, conferma: «Il Mediterraneo nordoccidentale è attualmente da 4° C a 6° C più caldo del normale, con il termometro che si aggira intorno ai 30°C al largo della Costa Azzurra. Questa enorme ondata di caldo marino è iniziata a maggio nel Mar Ligure, tra la Corsica e l’Italia, Si è poi diffusa nel Golfo di Taranto, nello Ionio».

Ingrandendo il dettaglio del Mediterraneo centrale, compresa la Corsica orientale, il Mar Tirreno e il Golfo di Gabes da nord a sud,si vedono estese macchie rosso scuro che rappresentano le aree nelle quali la temperatura superficiale raggiunge e poi supera i 29° C. A Mercator Ocean International fanno notare che «Uno dei fatti eclatanti è l’estensione di questi valori dalle zone costiere verso il mare aperto, in particolare sul Mar Tirreno centrale». Con un hot spot anche tra Corsica ed Isola d’Elba.

Questo si spiega con una situazione anticiclonica che favorisce la permanenza di masse d’aria molto calde nel Mediterraneo occidentale a causa di un’insolazione molto eccessiva. Una configurazione che, essendo associata ad una virtuale assenza di vento, attenua il rimescolamento delle acque calde superficiali con le acque più fredde dei fondali. Come risultato, il calore si accumula vicino alla superficie del mare.

Il Copernicus Marine Service , implementato da Mercator Ocean International, fornisce  una serie di Ocean Monitoring Indicators (OMI) . Uno di questi indicatori riporta l’andamento cumulativo della temperatura superficiale del mare negli ultimi 28 anni, dal 1993 al 2020. E i ricercatori concludono: «La distribuzione spaziale dell’andamento della temperatura superficiale del mare (SST) nel Mediterraneo mostra una tendenza generale al riscaldamento, che va da 0,001 °C/anno a 0,064 °C/anno, negli ultimi 28 anni. Questa tendenza è confermata dagli ultimi dati disponibili attraverso le recenti osservazioni nel 2022, e riprodotti dai nostri sistemi digitali, come visto sopra. Il riscaldamento degli oceani ha un impatto sull’intero ecosistema. E’ importante essere consapevoli delle possibili conseguenze per la fauna e la flora locali, nonché del verificarsi di eventi meteorologici estremi che potrebbero causare disastri naturali».

Se i turisti sono felici di fare il bagno in un’acqua tropicale, i biologi sono molto preoccupati  perché queste temperature rappresentano un pericolo per molte specie animali e vegetali incapaci di vivere in un mare così caldo. Inoltre, la superficie del Mediterraneo occidentale sta accumulando “combustibile”,  caldo che aumenta il rischio di fenomeni metereologici estremi nei prossimi mesi autunnali.

A Mercator Ocean International dicono che «E’ importante essere consapevoli delle possibili conseguenze per la fauna e la flora autoctone e del verificarsi di eventi meteorologici estremi che potrebbero portare a disastri naturali».

Il Mediterraneo ha già vissuto un susseguirsi di episodi di mortalità di massa tra il 2015 e il 2019, tutti legati alle ondate di caldo marine e che gli ecosistemi del Mare Nostrum stanno cambiando a un ritmo senza precedenti: alcune specie stanno scomparendo, altre – come la medusa Rhopilema o il pesce coniglio –  stanno insediandosi, incidendo su attività economiche come il turismo o la pesca.

La Von Schuckmann conclude ricordando l’urgenza di ridurre drasticamente le nostre emissioni di gas serra e ricordando però che «Anche se smettessimo di emettere [gas serra] oggi, gli oceani che contengono il 90% del calore terrestre continueranno a riscaldarsi. Almeno dal 2003 [le ondate di caldo marino] sono diventate più comuni e in futuro dureranno più a lungo, copriranno più mari e saranno più intense».

Insomma, stiamo facendo il bagno nel cambiamento climatico, i tuffi nel global warming… e ci piace. Almeno per ora, fino a quando non arriveranno i disastri autunnali (qualcuno estivo lo abbiamo già visto al nord) e fino a quando l’estate italiana non sarà cocente come quella della sponda mediterranea africana.

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