CALDO «RELATIVO» E CALDO «ASSOLUTO»: LE DIFFERENZE DA CONOSCERE

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CALDO «RELATIVO» E CALDO «ASSOLUTO»: LE DIFFERENZE DA CONOSCERE

CALDO «RELATIVO» E CALDO «ASSOLUTO»: LE DIFFERENZE DA CONOSCERE

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Abbiamo iniziato a parlare, ancora nelle linee generali, dell’evoluzione del tempo che il sistema probabilistico di ensemble inizia a delineare già con l’avvio del primo mese dell’estate meteorologica e che anche nell’ultimo aggiornamento, a ventiquattro ore dal precedente qui pubblicato, viene confermata. Non sto ora a riscrivere un’analisi sul comportamento degli scenari della temperatura a 850 hPa che prendiamo ancora una volta sulla verticale di Roma come situazione rappresentativa del probabile quadro meteorologico che andrà delineandosi sul Mediterraneo centrale perché non c’è nulla da aggiungere e nulla da togliere a quanto è stato detto a proposito dell’avvio di una fase probabilmente duratura, contrassegnata dalla presenza del promontorio nord africano.

Oggi, invece, analizziamo questi scenari con lo scopo di capire qual è la differenza tra caldo relativo e caldo assoluto, dal momento che su questo aspetto prettamente termico si fa ancora molta confusione e la confusione, come è noto, lascia spazio a fraintendimenti. Il primo – cioè quello «relativo» – è quel caldo che è calcolato in relazione alla temperatura media del periodo che stiamo attraversando. Quando affermiamo quindi che le «temperature sono superiori alla media climatologica» vuol dire che per il clima del periodo di riferimento attraversiamo una fase «calda»: quanto calda ce lo dice lo scarto dalla climatologia stessa. Per esempio, sulla verticale di Roma nei primi giorni di giugno si prevedono a circa 1500 metri circa 15 °C, cioè 2-4 °C in più rispetto a quelli che dovremmo avere. In linea di massima, avere questo valore termico in quota corrisponde ad avere, ad altezza d’uomo, temperature oscillanti intorno ai 30 °C, specie nelle aree interne e lontano dalle coste. Lo scarto dal clima potrebbe poi aumentare ulteriormente nella seconda parte della prima decade del nuovo mese: al momento, lo scenario medio dà credito a uno scarto positivo di 4-7 °C, ma si tratta solo delle prime indicazioni soggette ancora a fisiologiche correzioni nel corso dei prossimi aggiornamenti, per cui aspettiamo ancora qualche giorno prima di dare indicazioni più precise.

Questo scarto dal clima di riferimento permetterebbe però ai valori del campo termico a 850 hPa, se fossero confermati, di avvicinarsi alla soglia dei 20 °C, qui indicata con la linea gialla in grassetto: questa soglia è quella che ci avvicina al caldo che possiamo iniziare a definire assoluto, cioè quello in cui si inizia a parlare di calura perché, a partire da quella temperatura in quota, a circa 2 metri dal suolo i valori si portano anche oltre i 34-35 °C in modo sempre più diffuso al crescere della temperatura della massa d’aria in quota. Avere una fase con temperature superiori alla media di riferimento nel periodo estivo non significa quindi andare incontro a una fase in cui, per intenderci, si soffre il caldo sempre e comunque: dipende dall’intensità dello scarto dal clima e quindi dell’anomalia positiva calcolata rispetto alla media. La combinazione peggiore, in cui il caldo relativo lascia intendere che il caldo diventa intenso anche in senso assoluto, si ha quando un’ondata di caldo capita nel momento in cui la climatologia del periodo raggiunge l’apice del riscaldamento stagionale, cioè tra la fine di luglio e i primi di agosto: in questo caso, avere temperature già di 4-5 °C sopra la media – e quindi un caldo relativo non eccessivo – significa avere temperature massime che riescono a superare con una certa facilità i 34-35 °C che avvertiamo come calura. Figurarsi, allora, registrare uno scarto positivo di 10-12 °C proprio in questo periodo, come è successo anche nelle recenti estati: vuol dire raggiungere e superare i 40 °C e quindi parlare davvero di caldo molto intenso o estremo. Come si può, allora, contenere l’ansia – spesso immotivata – per una previsione che annuncia l’arrivo del promontorio nord africano? Conoscendo il clima della propria città. Se io so che a inizio giugno nella mia provincia ci dovrebbero essere 26 °C (clima) e se ne prevedono 4-5 oltre la media – cioè oltre il clima – allora so che potrei arrivare a 30-31 °C. Che non sono 35 °C e nemmeno 40 °C. Come sempre, è la cultura a fare la differenza.

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