UN MEDITERRANEO SEMPRE PIÙ CALDO E IN UNA PERSISTENTE CONDIZIONE DI «ONDA DI CALORE MARINA»
UN MEDITERRANEO SEMPRE PIÙ CALDO E IN UNA PERSISTENTE CONDIZIONE DI «ONDA DI CALORE MARINA»
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Le onde di calore non interessano solamente i bassi strati della troposfera con cui siamo a contatto ma, grazie anche all’interazione tra atmosfera e superficie marina, interessano anche quest’ultima come conseguenza di un bilancio energetico in cui diventa maggiore la quantità di calore accumulato rispetto a quello che la superficie marina stessa riesce a dissipare.

In questi giorni la maggior parte del Mediterraneo si trova in una condizione di marcata anomalia termica positiva che, dal punto di vista statistico, supera il 90° percentile della climatologia di riferimento e rappresenta quindi, per il Mediterraneo stesso, una condizione di «onda di calore marina» a tutti gli effetti (fig. 1): da Alboran a Cipro, passando per il Tirreno e l’Egeo, le acque superficiali sono già estremamente calde per il periodo e lo sono, in pratica, alla vigilia di una stagione – quella estiva – in cui l’accumulo di calore raggiunge i massimi livelli per ovvie ragioni astronomiche. In termini di scarto dalla climatologia di riferimento (1982-2015), attualmente l’area del Mediterraneo in cui l’anomalia è più marcata è quella intorno alle Isole Baleari, dove la temperatura della superficie marina è di 23.88 °C e supera quella media di +3.29 °C (fig. 2).

Allargando la scala spaziale, spicca il settore occidentale del nostro bacino, a +2.64 °C dalla stessa climatologia di riferimento: una situazione, questa, che supera sempre il 90° percentile dei dati, in comune accordo con il segnale che caratterizza quasi tutta la superficie del Mare Nostrum e che testimonia indirettamente quanto possa essere davvero notevole il calore che viene sempre più spesso accumulato. Per esempio, l’andamento della temperatura media giornaliera in questo 2025 su quest’area del Mediterraneo appena menzionata non è mai scesa sotto la soglia del 90° percentile dall’inizio dell’anno: l’area colorata in arancione in fig. 3 testimonia quindi come la condizione di «onda di calore marina» non rappresenti più una parentesi che si apre e si chiude in ristretti periodi dell’anno, ma sia diventata uno stato termodinamico in cui si viene a trovare ormai sempre più spesso il nostro mare.

Nella complessa interazione mare-atmosfera di un bacino orograficamente complesso come il Mediterraneo si inseriscono poi tutte le dinamiche del tempo che ben conosciamo e che, di fronte a un catino molto più caldo della media e quindi propenso di cedere maggiore vapore acqueo a causa di processi di evaporazione più efficaci per via delle alte temperature, si trovano in condizione di avere maggiore energia per la formazione di fenomeni intensi, anche nei mesi che in teoria dovrebbero essere meno favorevoli.