L’eruzione del 1831 che portò alla nascita dell’Isola Ferdinandea, nel Canale di Sicilia, tra Sciacca e Pantelleria, fu preceduta da un’intensa attività sismica che produsse danni sulla costa siciliana e da un importante ribollire delle acque notato dai pescatori locali. A metà del mese di luglio la nuova isola emerse dal mare, generata da un’ eruzione cosiddetta surtseyana, un tipo di eruzione sottomarina che avviene in prossimità di fondali poco profondi e caratterizzata da elevata esplosività a causa dell’interazione tra magma e acqua (figura 1).

Iniziò così una controversia di sovranità tra i governi francese, inglese e il Regno delle due Sicilie, allora retto da Ferdinando II di Borbone. Alla nuova isola vennero attribuiti diversi nomi: Julia dai francesi, Graham dagli inglesi e Ferdinandea dal capitano borbonico Giovanni Corrao. Alla fine dell’eruzione, che durò circa 6 settimane, l’isola aveva raggiunto una quota di oltre 60 m slm ed aveva un diametro di circa 600 m (figura 2).

Nel corso dei successivi quattro mesi l’isola fu completamente smantellata dal moto ondoso, acquietando così gli screzi politici connessi alla sua disputa. La controversia è ripartita in anni recenti, come riportato in un provocatorio articolo del Times del 5 febbraio 2000, dal titolo “Isola britannica sorge al largo delle coste siciliane” (British isle rises off Sicily coast). L’eruzione è stata descritta da diversi autori dell’epoca, tra i quali Carlo Gemmellaro, Benedetto Marzolla, Constant Prevost, Charles Lyell, ed è stata raffigurata in diversi dipinti da pittori italiani e stranieri, come Camillo De Vito ed Edmond Joinville (figura 3). Più recentemente, la storia dell’Isola Ferdinandea ha fatto da sfondo al racconto a fumetti “La lingua del diavolo” di Andrea Ferraris.

Esiste ancora il cono vulcanico che costituiva l’Isola Ferdinandea? Si, ed è in buona compagnia. È ancora lì, sommerso a piccola profondità (circa 9 metri sotto il livello del mare) e appartiene a un campo vulcanico sottomarino denominato Graham Volcanic Field, situato a circa 40-50 chilometri al largo di Sciacca, in provincia di Agrigento (Figura 4). Uno studio recente dell’INGV pubblicato sulla rivista Frontiers in Earth Science ha consentito di descrivere in dettaglio la morfologia dei vari conetti che formano il campo vulcanico e circoscrivere temporalmente l’età del vulcanismo che ha dato origine al campo vulcanico stesso.
