Tempeste solari: ecco gli effetti collaterali sui satelliti Starlink

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Tempeste solari: ecco gli effetti collaterali sui satelliti Starlink

Un nuovo studio rivela che l’intensificarsi dell’attività solare fa precipitare i satelliti Starlink, aumentando il rischio di collisioni e rientri incontrollati
tratto da Greenme

Quando il Sole si agita, la Terra reagisce. E anche lo spazio intorno a noi cambia: lo dimostra una recente ricerca condotta da tre scienziati del NASA Goddard Space Flight Center e del Goddard Planetary Heliophysics Institute dell’Università del Maryland, che ha analizzato l’impatto dell’attività solare sulla costellazione di satelliti Starlink. I risultati sono chiari: durante i picchi di attività solare, i satelliti tendono a rientrare nell’atmosfera molto più rapidamente del previsto.

I ricercatori — Denny Oliveira, Eftyhia Zesta e Katherine Garcia-Sage — hanno raccolto e analizzato i dati tra il 2020 e il 2024, in coincidenza con l’attuale fase crescente del ciclo solare. Questo ciclo, che si ripete ogni undici anni, comporta un aumento dell’intensità delle tempeste solari, influenzando l’atmosfera terrestre e, di conseguenza, i satelliti in orbita bassa.

I satelliti Starlink non reggono il caldo 

Durante le fasi più attive del Sole, l’alta atmosfera terrestre si riscalda, si espande e diventa più densa. Questo provoca un aumento significativo del drag — la resistenza aerodinamica che rallenta i satelliti in orbita bassa. Il risultato? I satelliti Starlink, progettati per restare in orbita per circa cinque anni, iniziano la discesa finale verso la Terra con 10-12 giorni di anticipo rispetto a quanto accade nei periodi di calma solare.

I ricercatori hanno preso in esame l’altitudine di riferimento di circa 280 chilometri, notando come la discesa accelerata sia un fenomeno direttamente collegato ai picchi dell’attività geomagnetica. Questo implica non solo una vita operativa più breve per i satelliti, ma anche una maggiore possibilità di collisioni tra i dispositivi stessi, specie all’interno di costellazioni affollate come quella di Starlink.

Quando i satelliti cadono senza controllo: detriti spaziali e rischi a terra

C’è di più: questi rientri imprevisti possono compromettere anche le procedure di rientro controllato. Se un satellite perde quota troppo in fretta, c’è meno tempo per guidarlo verso una zona sicura di disintegrazione. In alcuni casi, frammenti possono raggiungere il suolo. È successo nel 2024, durante il picco dell’attuale ciclo solare, quando un pezzo di un satellite Starlink è precipitato su una fattoria in Canada. Fortunatamente, senza conseguenze per le persone, ma l’episodio ha acceso i riflettori sul problema della gestione dei detriti spaziali.

Il messaggio degli scienziati è chiaro: con il numero di satelliti in orbita che continua a crescere, diventa urgente migliorare i sistemi di monitoraggio dell’attività solare e sviluppare strategie di prevenzione più efficaci. Il rischio non riguarda solo lo spazio, ma anche ciò che accade qui sulla Terra.

Fonte: arXiv

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