Svelato il “mistero” delle bolle di luce fotografate in Siberia

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Svelato il “mistero” delle bolle di luce fotografate in Siberia

Non sono i preludi di un’invasione aliena né singolari aurore boreali: ecco la spiegazione delle sfere luminose che hanno invaso i feed di Twitter qualche giorno fa.
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Così diversa da un’aurora polare: la sfera di luce fotografata in Siberia.|Alexey Yakovlev/The Siberian Times/Twitter

Una serie di avvistamenti di una bolla di luce nei cieli della Siberia, nella notte di giovedì 26 ottobre, ha sollevato voci di “oggetti volanti non identificati” e timori di un’incursione aliena. Lo spettacolo celestev, una sfera luminosa dai contorni ben definiti che si attenuava mano a mano che la luce si diffondeva, è stato osservato da diverse persone nella regione di Jamalo-Nenec, e catturato da alcuni fotografi che si trovavano nell’Artico per ammirare le aurore boreali.

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La causa? Militare. L’impressione iniziale è stata di un generale timore, perché neanche i più rari fenomeni atmosferici sembravano coincidere con quanto osservato. Come spesso accade, però, la spiegazione è squisitamente “terrestre”: le luci sono state causate da una serie di test missilistici condotti nell’area nello stesso momento.

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Secondo il Ministero della Difesa russo, si è trattato del lancio di un missile balistico intercontinentale Topol dal cosmodromo di Pleseck verso la Kamchatka, e di tre esercitazioni di lancio di missili balistici da due sottomarini nucleari. Almeno una delle quattro esplosioni – la prima – è risultata ben visibile grazie all’orario del lancio.

Un’altra testimonianza della bolla di luce fotografata lungo la strada. Gli automobilisti russi hanno di norma una telecamera montata sul cruscotto per difendersi da incidenti causati da ghiaccio, guidatori ubriachi o aggressioni. Ecco perché spesso le foto di fenomeni atmosferici arrivano dalle auto. | Siberian Times, Twitter

Come spiegato da Jonathan McDowell, scienziato dell’Harvard-Smithsonian Centre for Astrophysics, al National Geographic, in questi casi «il combustibile del razzo si espande in una grande bolla del diametro di decine e fino a centinaia di km, e se la luce solare la illumina nel modo giusto (perché il Sole si trova sotto l’orizzonte dell’osservatore, ma il razzo è abbastanza in alto da “vederlo” ancora), questa bolla risulta visibile».

In altre parole, se il test fosse stato condotto un paio di ore più tardi, i raggi del Sole non avrebbero illuminato il pennacchio di combustibile allo stesso modo, e in pochi se ne sarebbero accorti.

Contorni precisi. «Nello Spazio, in assenza di una quantità d’aria sufficiente a mischiare le cose, questi fenomeni avvengono in modo molto più simmetrico e matematico di quanto siamo abituati a vedere sulla Terra». Poiché di norma osserviamo il gas che si espande e si propaga in atmosfera (pensate a quello di un falò) «il nostro intuito vacilla, quando lo vediamo muoversi nello Spazio, dove non c’è aria sufficiente a contenerlo».

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