“E’ tempo da terremoto”!!! Ecco perchè questa esclamazione è una vera bufala!

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“E’ tempo da terremoto”!!! Ecco perchè questa esclamazione è una vera bufala!

Nessuna sequenza, come quella iniziata il 24 agosto 2016, sbufala, con i suoi eventi principali, credenze e superstizioni che dilagano ancor di più con l’avvento dei social
Redazione Blue Planet Heart

Quante volte vi sarà accaduto, di entrare in un bar o essere in un luogo pubblico e ascoltare la frase ” oggi è tempo da terremoto”, oppure “che cappa, è proprio da terremoto” e anche, forse il più diffuso di tutti, “che cielo strano, è proprio da terremoto”. Questi detti, come quello che riguarda la meteorologia, che avrete sentito centinaia di volte, “non nevica, fa troppo freddo per nevicare”, rappresentano credenze e miti che vengono tramandati di generazione in generazione, e fanno parte della cultura popolare.

Ma con il proliferare dei vari complottisti, previsori, santoni e pseudo scienziati della rete, in molti gruppi spesso si leggono affermazioni riguardanti l’assonanza che avrebbe un certo tipo di tempo con gli eventi sismici più forti. E non c’è scossa che avvenga in un determinato territorio, che a seconda del tempo meteorologico in atto, si cerchi in modo assolutamente arbitrario e ignorante, di associare le condizioni in atto, con le scosse di terremoto che si sono appena verificate.

E allora, visto che le cose vanno provate scientificamente, siamo andati ad analizzare, con Michele Cavallucci, Operatore Meteorologico per l’Aviazione Civile, previsore meteo di Perugia Meteo e Vice-Direttore dell’Osservatorio Meteo-Sismico di Perugia, quali erano le condizioni meteo durante gli eventi più importanti della sequenza dell’Italia Centrale, iniziata il 24 agosto 2016. Per essere ancora più scientifici nelle nostre affermazioni, abbiamo anche usato l’archivio delle mappe del modello meteo americano GFS con la situziona barica a 500Hp.

La notte del 24 agosto del 2016” ci dice Michele Cavallucci, “ero in piedi per una digestione difficoltosa e, poco prima della scossa, in terrazzo a Perugia, non avevo potuto fare a meno di ammirare una bellissima luna piena in una calda notte serena di agosto.” Da lì a una mezz’ora, arrivò la scossa di Mw 6.0 che portò la morte in molti paesi del Lazio e delle Marche

La situazione barica sull’Italia vedeva un campo di alte pressioni centrato sull’Europa orientale, con delle correnti nord orientali al suolo che mantenevano una visibilità notturna molto alta, e con delle nubi da stau addossate al versante marchigiano dell’appennino.

Ma andiamo alla scosse successive, quelle di Mw 5.4 e Mw 5.9 del pomeriggio sera del 26 ottobre 2016, quelle con epicentro tra Castelsantangelo sul Nera (MC) e Visso (MC). “Una delle cose che mi spaventò più in casa” ci dice Cavallucci, ” fu il fatto di sentire le due scosse in una situazione di concomitanza con forti temporali, che erano accompagnati anche da grandinate, fatto assolutamente insolito per noi Umbri che abbiamo grande esperienza sulla nostra pelle in fatto di terremoti“.

In questo caso, una perturbazione associata ad un nucleo di aria fredda proveniente dalla Scandinavia, attraversò la penisola portano precipitazioni temporalesche sulle regioni adriatiche e sulle zone appenniniche appunto, con freddi venti da nord-est

Dopo 4 giorni, quando si pensava che si fosse raggiunto l’apice di questa crisi sismica, la mattina del 30 ottobre, arrivò la scossa di Mw 6.5 con epicentro a Campi di Norcia (PG). Quella mattina, il cielo era parzialmente nuvoloso per nubi stratiformi ed il clima era mite

Infatti l’Italia era sotto l’influenza di un robusto anticiclone di matrice africana che estendeva la sua influenza anche al centro Italia, pur scorrendo sul suo bordo correnti più fresche nord orientali.

Da quel giorno iniziò una serie di repliche davvero impressionanti che, però, viderò un sussulto in quella con la magnitudo più elevata, di Mw 4.8, che avvenne durante la notte tra il 2 e il 3 novembre 2016 nella zona di Muccia (MC), quindi ancora più a nord degli epicentri precedenti.

Quella nottata fu caratterizzata da precipitazioni sparse per il transito di una perturbazione da nord ovest sull’Italia, che portò delle piogge anche sul versante adriatico dell’appennino la mattina seguente la scossa” ci spiega Cavallucci. Ma è andando ad analizzare le ultime scosse più rilevanti, che la casistica si amplia ancora di più, perchè il 18 gennaio 2017, ben 4 eventi con magnitudo pari o superiore a 5.0, culminate in un evento di Mw 5.5, colpirono la zona di Campotosto, al confine tra Lazio ed Abruzzo.

L’Italia centro meridionale era da alcuni giorni sotto l’influenza di una forte ondata di freddo con nevicate a carattere di bufera che stavano portando ad accumuli anche sopra i 3 metri in alcune zone delle Marche meridionali e dell’Abruzzo

https://modeles.meteociel.fr/modeles/reana/2017/archives-2017-1-18-0-1.png

La macchina organizzativa dello sgombero della neve sulle zone dove la gente viveva nelle tende e nei container, nonchè la gestione della nuova emergenza dopo le scosse, trovò molte difficoltà anche per la eccezionale durata delle nevicate. Purtroppo il triste ricordo della valanga e dei morti all’Hotel Rigopiano sul Gran Sasso rappresentano un simbolo di quei tristi giorni

http://tg.la7.it/sites/default/files/news/mediagallery/19/01/2017/Hotel%20rigopiano.jpg

Quindi, andando a concludere quella che è stata una nostra breve indagine sul “tempo da terremoto”, possiamo dire che, mai come in questa sequenza sismica così importante e ramificata in varie zone epicentrali, si sono presentate condizioni meteorologiche così diverse per ognuna delle scosse analizzate, in un contesto barico sempre differente che smitizza il detto “è tempo da terremoto”, che resta una chiacchiera da bar o uno dei tanti modi di dire non sempre scientificamente esatti, che si tramandano come leggenda metropolitana.

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2 commenti

  1. D’accordissimo sulla bufala del binomio “meteo anomalo = terremoto”, nel senso che è proprio una bufala; tra l’altro credo che oggi, nella profonda ignoranza dell’adolescente schiavo dello smartphone, sia al primo posto, anche davanti al terrapiattismo. C’è qualcuno che fa una hit parade delle bufale? Invece “fa troppo freddo per nevicare” è una cosa seria, con un solido fondamento scientifico, poi spesso riportata a sproposito nella “cultura” popolare. Nel cuore della Siberia, da novembre a marzo in media cadono meno di 50 cm di neve e di solito il totale annuo è meno di 1,5 metri. In Giappone, alle nostre latitudini, alcune città, anche sul mare, superano i 5 metri/anno di precipitazioni nevose, perché lì, quando nevica (spesso e volentieri) non fa “troppo freddo”.

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