Un’antica civiltà amazzonica ha sviluppato una forma unica di città giardino

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Un’antica civiltà amazzonica ha sviluppato una forma unica di città giardino

Nella Valle di Upano, nell’attuale Ecuador, grazie a tecnologie di scansione che penetrano la copertura della foresta è stato scoperto un antico tessuto urbanistico del tutto peculiare, formato da uno schema geometrico di oltre 6000 piattaforme collegate da strade e intrecciato con paesaggi agricoli e drenaggi fluviali
di Kiona N. Smith/Scientific American
www.lescienze.it

Gli archeologi hanno recentemente riscoperto le tracce a lungo nascoste di un’antica società indigena nella Valle di Upano, nell’Ecuador occidentale: più di 6000 piattaforme di terra che un tempo sostenevano case ed edifici comuni in 15 centri urbani, immersi in vaste distese di terreni agricoli accuratamente drenati e collegati da una rete di strade. Stéphen Rostain del CNRS francese e i suoi colleghi affermano di non aver osservato questo peculiare tipo di “urbanistica dei giardini” in nessun altro luogo delle Americhe antiche. È anche la più antica civiltà di questo tipo scoperta nell’area.

Negli ultimi anni i ricercatori hanno trovato enormi strutture di terra, tra cui piattaforme, tumuli e strade rialzate, in tutta l’Amazzonia, dal Venezuela al Brasile centrale. Ma l’infrastruttura di Upano, descritta in uno studio pubblicato su “Science”, “è del tutto inedita in Amazzonia e nella preistoria andina”, afferma l’archeologo José Iriarte dell’Università di Exeter, in Inghilterra, che studia le culture precolombiane costruttrici di queste strutture di terra in Brasile, e non ha partecipato al nuovo studio. “Non vediamo un equivalente di queste piazze altrove in Amazzonia”. L’impianto urbano più simile si trova nel territorio dei Maya, in America centrale.

Rostain e i suoi colleghi hanno analizzato i dati di un’indagine condotta col lidar nel 2015, su una porzione di 300 chilometri quadrati della Valle di Upano. (Il lidar funziona come il radar, ma utilizza impulsi di luce laser invece di onde radio per misurare la distanza da un aereo o da un treppiede agli oggetti a terra). La regione è caratterizzata da un fertile terreno vulcanico incastonato ai piedi delle Ande, all’ombra del vulcano Sangay. In precedenza, i ricercatori avevano scavato la sommità di alcune piattaforme di terra, nei siti chiamati Sangay e Kilamope, dove avevano trovato i resti di case risalenti a 2500 anni fa in cui vivevano gli abitanti delle culture Kilamope e Upano. Ma i nuovi dati lidar hanno rivelato un intero paesaggio di centri urbani, fattorie, strade e canali.


L’antica infrastruttura della Valle di Upano è più vecchia di almeno mille anni rispetto alle altre opere di terra che sono state recentemente rivelate dai rilevamenti lidar sotto la vegetazione amazzonica. La civiltà è probabilmente fiorita grazie a quella che Rostain descrive come “una congiunzione di buone vibrazioni” per una società agricola. “Credo che la sua posizione al confine tra le Ande e l’Amazzonia sia stata molto favorevole allo sviluppo della civiltà”, afferma Rostain. “Grazie al vulcano Sangay, si ha un terreno fertile, che è decisamente adatto all’agricoltura.”

Ogni insediamento comprendeva diversi gruppi di piattaforme, con strade che li collegavano. Alcuni insediamenti erano piccoli, con poche case-piattaforma per chilometro quadrato, ma altri – come Sangay, che domina la maggior parte della valle – hanno accumulato più di 100 piattaforme in ogni chilometro quadrato di un sito grande come Central Park. Questi centri urbani più grandi e densi possedevano piattaforme più alte e più larghe che probabilmente un tempo ospitavano edifici comuni dove le persone potevano riunirsi per rituali, lavoro condiviso o eventi sociali, suggeriscono Rostain e i suoi colleghi.

Una rete di strade collegava fra loro Sangay e altri centri importanti come Kilamope. Queste strade, straordinariamente diritte, tendevano a essere scavate a due o tre metri di profondità nel paesaggio ed erano delimitate da alti cordoli di terra ammucchiata.

Sebbene nelle immagini lidar risaltino più di ogni altra cosa le strade – che rivelano l’organizzazione, la complessità e l’abilità ingegneristica delle società di Kilamope e Upano –  il paesaggio antico doveva essere dominato dai campi. Quasi tutto lo spazio aperto tra le comunità doveva essere coperto da centinaia di ettari di campi, delimitati da fossati di drenaggio poco profondi che confluivano in canali di maggiore profondità. Questo stretto legame tra i campi e i centri urbani della Valle di Upano è un segno distintivo unico del paesaggio e delle persone che lo hanno costruito. Rostain e i suoi colleghi lo chiamano “urbanesimo dei giardini”.


“Tra le aree abitative ci sono zone agricole e spazi verdi. È un concetto di città molto disperso e molto esteso”, spiega Iriarte. “È molto diverso dallo spazio compatto e delimitato, con un hinterland, che vediamo nella tipica prospettiva eurasiatica della città”.

I manufatti che Rostain e i suoi colleghi hanno dissepolto nelle piattaforme delle case suggeriscono che questa complessa rete di comunità sia stata costruita circa 2500 anni fa e poi abbandonata fra il Trecento e il Seicento. Rostain pensa che “forse una serie di eruzioni potrebbe aver creato problemi alla popolazione, perché dopo il Seicento non troviamo reperti archeologici che abbiano una datazione anteriore all’Ottocento”.

Intorno all’Ottocento, un gruppo di persone della cultura Huapula si trasferì nella Valle di Upano, attirato forse dalle infrastrutture già costruite, ma probabilmente soprattutto dal fertile suolo vulcanico. Ancora oggi, gli abitanti del luogo raccontano con orgoglio ai ricercatori dello studio di ottenere tre buoni raccolti di mais all’anno dai loro campi. Quindi gli Huapula si stabilirono sulle stesse piattaforme che i Kilamope e gli Upano avevano costruito millenni prima, coltivarono gli stessi campi e percorsero le stesse strade.

Quando i colonizzatori europei arrivarono nel bacino amazzonico, la foresta aveva nascosto quello che un tempo era un paesaggio popoloso, con comunità vivaci e infrastrutture progettate con cura. Ma i segni lasciati da queste antiche civiltà non sono mai scomparsi dal paesaggio.

Rostain e i suoi colleghi stanno studiando quanto le città giardino della Valle di Upano si estendessero oltre i 300 chilometri quadrati dell’area esaminata nell’indagine. Sono anche interessati a capire in che modo gli abitanti della Valle di Upano possano aver interagito con le culture del versante più lontano delle Ande. Iriarte prevede che le future indagini lidar mostreranno che le culture che erigevano costruzioni di terra in angoli lontani dell’Amazzonia erano collegate da scambi commerciali attraverso grandi distanze.

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