Navi dei veleni: desecretati 61 documenti su traffici internazionali di rifiuti tossici e radioattivi
Legambiente: «Ci considerarono pazzi. E i Servizi sapevano tutto». Bratti: «È solo un primo passo, altri documenti diverranno pubblici presto»
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La commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Alessandro Bratti (PD), ha declassificato 61 documenti provenienti dal Sismi (oggi Aise) e riguardanti le cosiddette “navi dei veleni”. Una declassificazione che era stata richiesta dallo stesso Bratti nel 2016.

Esulta Legambiente che ricorda: «Negli anni ’90 denunciammo l’esistenza di traffici illeciti di rifiuti tossici e radioattivi che finivano affondati in mare nelle cosiddette “Navi dei veleni”. Ci considerarono pazzi. Oggi sono stati desecretati i documenti del Sismi che confermano quelle denunce. Il Mediterraneo è un cimitero di rifiuti pericolosi e radioattivi. E i Servizi lo sapevano».
Sul suo blog, Bratti spiega che «i documenti – che saranno disponibili per la consultazione nei prossimi giorni – contengono diverse note, analisi, rapporti informativi dei servizi di sicurezza militare, che arrivano fino a metà degli anni 2000, riguardanti soprattutto l’attività di contrasto dei traffici illegali di rifiuti, soprattutto radioattivi. Uno dei documenti declassificati – ritenuto dalla commissione particolarmente significativo – è un rapporto dettagliato su Giorgio Comerio, imprenditore navale già audito dalla commissione il 25 maggio 2015, al centro di alcune indagini della magistratura negli anni passati. Il rapporto del Sismi del 21 aprile 2004 delinea la sua figura offrendo alcuni episodi fino ad oggi inediti, particolarmente inquietanti e che richiederanno un’attività di approfondimento. Secondo il Sismi, Comerio “risulterebbe contiguo o organico ad una serie di traffici clandestini con particolare riferimento allo smaltimento di scorie nucleari e rifiuti tossici, riciclaggio di denaro, contrabbando di armi”. Comerio avrebbe operato dal 1995 in poi nella zona della Baia di Hungnam, grazie ad accordi stretti con il governo della Corea del Nord. Secondo l’intelligence militare il suo. gruppo ODM sarebbe stato coinvolto nello smaltimento di “200.000 cask di residui radioattivi”, per una cifra d’affari di “227 milioni di dollari”. Questo smaltimento sarebbe avvenuto – secondo il Sismi – nell’area di Taiwan».
