Arcipelago Pontino: un osservatorio per il monitoraggio del sistema idrotermale sottomarino

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Ricercatori dellโ€™INGV, CNR e Universitร  Sapienza di Roma insieme sulla nave oceanografica Minerva-uno, per studiare il sistema idrotermale sottomarino al largo dellโ€™Isola di Zannone nellโ€™Arcipelago Pontino e collocare sul fondo marino un osservatorio per il monitoraggio ambientale
comunicazione.ingv.it

Studiare le emissioni di fluidi idrotermali (acqua e gas in essa disciolti) situate al largo dellโ€™Isola di Zannone nellโ€™Arcipelago Pontino. A questo si sono dedicati i ricercatori delle Sezioni di Palermo e La Spezia-Roma2 dellโ€™Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), degli Istituti di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG) e di Geoscienze e Georisorse (IGG) delย  Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e del Dipartimento Scienze della Terra dellโ€™ Universitร  Sapienza di Roma, durante la campagna oceanografica ZHF (Zannone Hydrothermal Field).

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Foto1. ROV (veicolo subacqueo filoguidato) con sonda per misurare temperatura e prototipo per campionare gas realizzato dai ricercatori dellโ€™INGV di Palermo montato su ROV

โ€œA bordo della Nave Oceanografica Minerva-uno del CNRโ€, afferma Francesco Italiano, direttore della Sezione di Palermo-INGV, โ€œsono state condotte indagini multidisciplinari (geofisiche, geochimiche, micropaleontologiche, mineralogico-petrografiche). In particolare, sono state individuate e campionate, con lโ€™ausilio di un ROV (veicolo subacqueo filoguidato), emissioni di fluidi alla profonditร  di 120-150 metri e le temperature misurate direttamente nei punti di emissione si sono attestate tra i 60 e i 70ยฐ. Con lโ€™occasione รจ stato deposto sul fondo marino anche un osservatorio multidisciplinare dell’INGV dedicato al monitoraggio ambientale che resterร  in funzione per alcuni mesi, per studiare il comportamento nel tempo delle emissioni sia in fase liquida (acque termali) che gassosaโ€.

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Foto 2: Emissioni di gas (Temperatura misurata T= 50ยฐC)

Le emissioni gassose al largo di Zannone sono state scoperte nel 2014 nell’ambito del Progetto MAGIC (finanziato dalla Protezione Civile per la individuazione di elementi di rischio geologico nei mari italiani e i cui risultati sono stati recentemente pubblicati su Journal Geophysical Research – Solid Earth) quando furono individuati alcuni grandi crateri, probabilmente dovuti all’espulsione di fluidi dal fondo marino in tempi geologicamente recenti.
โ€œLโ€™area รจ di grande interesse sia per la comprensione dei processi geologici profondi sia per le evidenze dellโ€™esistenza di un vasto sistema idrotermale sottomarino, finora assolutamente sconosciuto forse anche per la profonditร  cui รจ ubicatoโ€, prosegue Italiano. โ€œLe emissioni sono costituite principalmente da anidride carbonica accompagnata da metano e acido solfidrico, la cui origine รจ attribuita a una sorgente magmatica profondaโ€.

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Foto 3: Deployment osservatorio multidisciplinare sottomarino

Dal punto di vista biologico, la presenza delle emissioni idrotermali causa fenomeni di dissoluzione/acidificazione che influenzano i microorganismi e permettono lโ€™instaurarsi di habitat dominati da comunitร  microbiche chemiosintetiche.
โ€œLโ€™habitat nelle aree interessate dalla risalita di fluidi termaliโ€, aggiunge il direttore, โ€œรจ caratterizzato dalla formazione di depositi idrotermali biancastri di natura sulfurea con presenza di croste indurite e strutture rilevate, alte anche diversi metri rispetto alle aree circostantiโ€.
La campagna ZHF si propone di definire il sistema idrotermale sottomarino approfondendo sia le modalitร  di emissione dei fluidi, le loro caratteristiche chimico-fisiche e variazioni temporali, sia lโ€™estensione delle aree termalizzate, la modellazione della possibile sorgente magmatica e i rapporti tra le comunitร  bentoniche, sviluppatesi in condizioni โ€œestremeโ€ all’interno del campo idrotermale, e quelle โ€œnormaliโ€ situate sui fondali adiacenti.

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Foto 4: Immagine ROV dellโ€™osservatorio multisciplinare posto a 146 m di profonditร 

โ€œLa presenza a fondo mare di un sistema di osservatorio sottomarino di nuova tecnologia per monitoraggi di lungo tempo, realizzato nell’ambito di un progetto di potenziamento infrastrutture marine del Ministero dellโ€™Istruzione, dellโ€™Universitร  e della Ricerca (MIUR), permetterร  poi di indagare se il comportamento nel tempo dei fluidi termali in ambiente marino profondo sia solo una risposta ai forzanti naturali o anche a possibili eventi impulsivi di natura vulcano-tettonicaโ€, conclude Francesco Italiano.

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