28 giugno 1898, il terremoto di Mw 5.3 che distrusse alcune frazioni del Reatino nel Lazio
Anche il capoluogo fu gravemente colpito con 4000 sfollati, il sisma provocò 8 morti e moltissimi feriti
Tratto da www.frontierarieti.com
Il 28 giugno 2024, ricorrono 126 anni dal terremoto magnitudo 5.3 della Scala Richter che all’una del mattino nel 1898 mise in ginocchio Rieti e causò la morte di otto persone, tra queste una bambina di otto anni di Castelfranco. La scossa ondulatoria e della durata di circa nove secondi lesionò tantissimi edifici. Se la scossa fosse durata qualche istante di più Rieti sarebbe stata rasa al suolo.
Insieme al terremoto del 1298, è stato l’evento più distruttivo nella storia sismica della città tra quelli con epicentro locale.
Le scosse ebbero inizio nella prima metà del 1898 con delle scosse minori, le più rilevanti delle quali avvennero l’8 febbraio e il 23 aprile. Nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1898, intorno alla mezzanotte e mezza si verificò una prima, debole scossa, che tuttavia non destò preoccupazioni.
Poco dopo, alle 00:47 del mattino, si verificò la scossa principale: un fortissimo scuotimento di carattere ondulatorio anche se di breve durata (la terra tremò per circa nove secondi), cosa che probabilmente ne limitò le conseguenze. Ebbe epicentro in corrispondenza di Colle Puzzaro (al confine tra i comuni di Rieti e Cittaducale), nei pressi della frazione Cupaello e dell’odierno quartiere di Campoloniano, e avvenne ad una profondità di 8,1 km.
Le conseguenze più gravi si ebbero nel paese di Santa Rufina, dove il terremoto provocò cinque morti, e a Castelfranco, dove si registrarono un morto e cinque feriti.
Inoltre Cupaello di Sotto, villaggio di poche case posto nelle immediate vicinanze dell’epicentro, venne pressoché raso al suoloe non fu mai più ricostruito.
A Rieti non si verificarono crolli totali, e grazie a questa circostanza si contarono molti feriti ma nessuna vittima. Tuttavia i danni agli edifici furono consistenti, pari all’VIII grado della scala Mercalli: pochissime costruzioni rimasero incolumi, e le lesioni gravi furono diffusissime. Il numero di edifici inagibili o a rischio crollo fu altissimo, tanto che si ebbe la sensazione di aver scampato per poco l’ecatombe: il Brucchietti notò che «tutte le case, dal palazzo al tugurio, sono giunte al limite massimo della loro resistenza; ancora un piccolo urto e tutto sarebbe caduto al suolo», mentre il quotidiano Il Messaggero scrisse che «un secondo di più che avesse durato la scossa – senza esagerare – Rieti sarebbe rimasta spianata al suolo».
Il forte sisma, che raggiunse una Magnitudo Richetr stimata di Mw 5.3, ebbe gravissime conseguenze sulla vita della città, ben 4.000 persone furono evacuate dalle loro abitazioni in quanto inagibili e costrette a vivere per mesi in tende installate nella Piana Reatina e messe a disposizione dal Regio Esercito.

 
								
				 
				
								
										
			
 
	
											