Ecco cosa dovresti sapere sui terremoti lungo l’Anello di Fuoco del Pacifico
L’allarmismo troppo spesso dilaga senza avere la minima percezione e conoscenza della realtà di quanto avviene ogni giorno nel Ring of Fire
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Ogni giorno ci sono tra i 20 e i 40 vulcani in eruzione e, quando queste avvengono in zona abitate, chiaramente vengono riprese dai titoli dei giornali, cosa che fa percepire alle persone che l’attività vulcanica sia in aumento quando, invece, non lo è affatto. E lo stesso vale per i terremoti. Periodicamente, facendo una scansione dei titoli di molti siti, viene ipotizzato che l’Anello di fuoco si stia scuotendo così incontrollabilmente da far diventare il “Big One” in California imminente. Ma chi scrive qusto non sa cosa sia il “The Ring of Fire” e inoltre, il Big One non è imminente, questi terremoti non sono collegati, e l’area sta facendo esattamente quello che dovrebbe a livello tettonico.
Ma andiamo per ordine: l’Anello di Fuoco è la zona sismicamente e vulcanologicamente più attiva del mondo, caratterizzata da più limiti di placche tettoniche, e che circonda l’ Oceano Pacifico.
Secondo l’ United States Geological Survey (USGS) (USGS), circa il 90 percento dei terremoti del mondo si verificano precisamente nel RIng of Fire e sono localizzati in quella zona circa il 75 per cento dei vulcani di tutto il mondo.
E’ molto complicato il come avvengono questi terremoti, così come le eruzioni vulcaniche che avvengono in questa zone. I confini delle placche tettoniche non sono tutti uguali: abbondanti sono le zone di subduzione, dove una placca discende al di sotto di un’altra, che crea sia vulcani esplosivi sulla superficie che a volte terremoti estremamente potenti.
Altri confini di placca, come la faglia di San Andreas, coinvolgono placche che scivolano l’una contro l’altra in direzioni opposte. Tutte si comportano e si muovono in modo diverso, il che significa che i terremoti avvengono con diverse grandezze e in tempi diversi, in qualsiasi momento.
