L’eruzione del Vesuvio potrebbe aver ucciso le persone vaporizzandone il sangue all’interno del corpo
Uno studio italiano descrive la pazzesca reazione che avrebbe poi fatto esplodere dall’interno il cranio degli sfortunati abitanti di Ercolano
tratto da www.sciencealert.com
Nell’agosto dell’anno 79 d.C, durante i due giorni dell’eruzione catastrofica del Vesuvio, se i flussi piroclastici non ti avessero arrostito vivo, un numero imprecisato di altre cose avrebbe potuto causare una morte orribile.
Secondo una nuova ricerca, tra queste ci sarebbe anche una morte davvero pazzesca: il calore che vaporizza tutti i fluidi corporei, che a loro volta, con la pressione del vapore, portano all’esplosione del tuo cranio dall’interno.
Gli archeologi dell’Ospedale universitario Federico II in Italia hanno condotto uno studio sulle ossa recuperate da 12 camere piene di ceneri sul lungomare di Ercolano, una delle città più vicine al vulcano, e hanno scoperto uno strano residuo minerale rosso e nero sulle ossa, dentro i teschi e anche a contatto con la cenere intorno e dentro gli scheletri.
Secondo l’analisi spettrometrica di massa al plasma accoppiata induttivamente e analisi di microspettroscopia Raman , tale residuo contiene ferro e ossidi di ferro. Che cosa succede quando il sangue bolle e si trasforma in vapore? “Qui mostriamo per la prima volta convincenti prove sperimentali che suggeriscono la rapida vaporizzazione dei fluidi corporei e dei tessuti molli delle vittime di Ercolano del 79 d.C. che sono morte per esposizione a calore estremo”, hanno scritto i ricercatori nel loro articolo .
Ora, in realtà non è del tutto chiaro come quei residui di ferro potrebbero esserci arrivati. È anche importante notare che alcuni di essi appaiono vicino a manufatti metallici, come monete, anelli e altri oggetti personali trovati vicino ai resti, ma non per tutti è così. Alcuni dei residui appaiono anche sulle ossa trovate senza oggetti metallici nelle vicinanze.
L’antropologo forense Pier Paolo Petrone e colleghi, quindi, propongono che il ferro non sia derivato dal metallo, ipotizzano invece, che siano residui di sangue, degradati dal calore estremo dell’eruzione.
Scheletri trovati nelle camere del lungomare. (Petrone et al./PLOS One)