Fino al 2023 ci aspetta il periodo più caldo mai registrato sulla Terra
Secondo il MetOffice, la eemperatura superficiale media globale salirà da 1,03°C a 1,57°C sopra i livelli preindustriali
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Secondo i dati pubblicati ieri dal Met Office britannico. Una delle agenzie meteorologiche e climatiche di riferimento nel mondo «Se le osservazioni per i prossimi cinque anni seguiranno le previsioni che renderebbero il decennio dal 2014 al 2023, la più calda serie di anni dall’inizio delle registrazioni» che risalgono al 1850.
I dati pubblicati dal Met Office provengono da diverse fonti, tra le quali l’ultima pubblicazione dei dati provvisori per il 2018 e l’ultima Met Office decadal forecast to 2023.

Adam Scaife, responsabile delle previsioni a lungo termine del Met Office, ha ricordato che «Il 2015 è stato il primo anno in cui le temperature superficiali medie annuali globali hanno raggiunto più 1,0° C rispetto ai livelli preindustriali e i tre anni seguenti sono rimasti tutti vicini a questo livello. Si prevede che, tra oggi e il 2023, la temperatura media globale rimarrà elevata, rendendo potenzialmente il decennio dal 2014 il più caldo in oltre 150 anni di dati».
I modelli previsionali quinquennali 2019-2023 suggeriscono che un più intenso riscaldamento globale riguarderà probabilmente gran parte del pianeta, in particolare le terre emerse e le alte latitudini settentrionali. Il Met Office dice che le sue previsioni per i prossimi anni hanno un’affidabilità del 90% e che «Dal 2019 al 2023, vedremo temperature che vanno da 1,03° C a 1,57° C sopra il livello 1850-1900, con un riscaldamento maggiore su gran parte del globo, specialmente in aree come l’Artico». Il team di ricerca è piuttosto certo delle sue previsioni, visto che quelle precedenti effettuate nel 2013, hanno predetto il rapido tasso di riscaldamento osservato negli ultimi cinque anni e avevano anche previsto alcuni dei dettagli meno conosciuti, come la zona di raffreddamento osservata nel Nord Atlantico e le zone più fredde dell’Oceano meridionale.

Doug Smith, che si occupa di decadal climate prediction research and development al Met Office Hadley Centre, spiega: «Un aumento delle temperature di 1,0° C o superiore aumenterebbe il rischio di un’escursione temporanea al di sopra della soglia di 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali. Ora, le previsioni suggeriscono una probabilità del 10% circa per almeno un anno tra il 2019 e il 2023 temporaneamente superiore a 1,5° C».
Anche secondo i dati pubblicati dal Met Office, il 2018 è stato il quarto anno più caldo mai registrato, con 0,91 ± 0,1° C al di sopra della media preindustriale a lungo termine. I tre anni più caldi in 169 anni di raccolta di dati sulle temperature globali si confermano il 2015, il 2016 e il 2017.
Tim Osborn , direttore della Climatic research unit dell’università dell’East Anglia, che co-produce insieme al con il Met Office Hadley Center i dati HadCRUT4 sulla temperatura globale, ha evidenziato che «Il caldi del 2018 è in linea con la tendenza al riscaldamento a lungo termine guidata da le emissioni mondiali di gas serra».
Ma al Met Office fanno notare che «Gli effetti del cambiamento climatico non si limitano alla temperatura superficiale. Il riscaldamento del sistema climatico viene visto attraverso una serie di indicatori climatici che costruiscono un quadro dei cambiamenti globali che si verificano su tutta la terra, l’atmosfera, gli oceani e il ghiaccio. Le previsioni decadali di Met Office mostrano che le temperature superficiali medie globali potrebbero essere prossime a raggiungere gli 1,5° C, ma si tratterebbe di un temporaneo superamento piuttosto che del livello climatologico di riscaldamento nella soglia di Parigi a 1,5° C», considerato un punto di non ritorno per il cambiamento climatico.
