Profezie e luci nel cielo: l’aurora di Fatima nel 1938
L’aurora boreale e la tempesta magnetica del 1938 tra storia, scienza e profezie
di Lili Cafarella
INGVAMBIENTE
La notte tra il 25 e il 26 gennaio 1938, un’impressionante aurora polare illuminò i cieli di diverse parti del mondo, un evento che fu associato da alcuni a una delle celebri profezie di Fatima. Questo fenomeno è legato alla tempesta magnetica del 1938, una tempesta scatenata da un’intensa attività solare.
Quell’anno, caratterizzato da un’elevata attività magnetica, il Sole si trovava nel 17° ciclo solare. Questo periodo storico particolare, segnato da tensioni globali, fece sì che l’aurora venisse interpretata come un segno premonitore degli eventi catastrofici a venire, tra cui lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. In particolare, molti videro in quell’aurora la realizzazione di una delle profezie rivelate ai tre pastorelli di Fatima. Suor Lúcia Santos, una delle veggenti, aveva infatti predetto che una luce misteriosa avrebbe preceduto la punizione del mondo per i suoi peccati, interpretata come l’inizio della guerra imminente:
“Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che questo è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il mondo per i suoi crimini… .”
Le prime osservazioni scientifiche
Secondo quanto riportato dalla rivista Nature nel numero di aprile del 1938, il 15 gennaio il Royal Observatory Greenwich di Londra aveva osservato una grande macchia solare, che causò la tempesta geomagnetica del 1938. Le dimensioni della macchia erano tali da coprire un’area di circa 3.000 milionesimi dell’emisfero solare, risultando la più grande mai osservata dall’inizio delle registrazioni, superando anche la macchia solare che aveva provocato la tempesta geomagnetica del maggio 1921 (considerata la macchia solare più grande mai osservata fino a quel momento).

Nei giorni successivi, il Sole aveva mostrato un’attività insolita legata proprio alla presenza di questa macchia, raggiungendo un picco tra il 24 e il 26 gennaio. Le ripercussioni sulla Terra si erano manifestate con una tempesta geomagnetica che ebbe inizio il 16 gennaio alle ore 22:30 GMT circa, come attestato dagli osservatori geomagnetici distribuiti in tutto il mondo. In realtà l’attività aveva avuto un incremento significativo già alcune ore prima, intorno alle 17:00, ma raggiunse il livello critico tra le 20:00 e le 21:30. L’evento terminò intorno alle 03:00 del mattino di 10 giorni dopo, il 26 gennaio, quando la situazione tornò alla normalità.
Gli osservatori magnetici di tutto il mondo avevano registrato il disturbo. In Italia era attivo l’osservatorio geomagnetico di Castellaccio (GE) che registrava le variazioni della declinazione D e della componente orizzontale H del campo magnetico terrestre. Dai valori di quest’ultima è evidente l’impulso magnetico dovuto all’arrivo delle particelle solari sul nostro pianeta, alla fine del giorno 16. All’impulso segue una attività magnetica elevata che raggiunge valori molto bassi proprio nella notte tra il 25 e 26 gennaio.

Effetti della tempesta magnetica del 1938
L’intensità della tempesta geomagnetica fu tale che l’aurora boreale del 1938 fu osservata in tutto il mondo, come risulta da molte testimonianze dell’epoca. L’aurora fu vista chiaramente in tutta Europa, da Londra alle coste della Normandia e all’Olanda, in Belgio, Svizzera, Baviera, Austria, Europa centrale e sud-orientale, Spagna, Gibilterra, Nord Africa e Grecia.
Il suggestivo fenomeno luminoso non si limitò all’Europa. Si manifestò infatti anche negli Stati Uniti, in Canada e alle Bermuda, nel Nord Atlantico al largo della Carolina. Nei Paesi Bassi si attendeva l’imminente nascita della piccola principessa Beatrice. La piccola vide la luce il 31 gennaio 1938 e gli olandesi considerarono l’aurora come un ottimo auspicio per la neonata.
Nonostante la spettacolarità dell’aurora, i danni tecnologici furono limitati, in quanto le infrastrutture dell’epoca erano poco sviluppate. Tuttavia, si verificarono alcune interruzioni nelle trasmissioni radio in Canada. Le telescriventi subirono disturbi elettrici e furono inutilizzabili per la durata della tempesta. Ci furono notevoli interferenze nelle comunicazioni telegrafiche, telefoniche e radio, con particolare impatto sulle trasmissioni in onde corte. Gli strumenti di navigazione andarono fuori uso.
Bruno Mussolini e la trasvolata Roma-Dakar-Rio de Janeiro
In Italia, l’equipaggio della squadriglia dei ‘Sorci Verdi‘, un vanto dell’Ala fascista dell’epoca, documentò nei giornali di bordo i dettagli di questo fenomeno. In quei giorni, infatti, i tre aerei della squadriglia erano impegnati in una trasvolata oceanica intercontinentale Roma – Dakar – Rio de Janeiro. Bruno Mussolini, figlio del Duce, mentre pilotava il suo aereo segnalò difficoltà nel contattare la stazione radio di Guidonia e nell’effettuare i rilevamenti radiogoniometrici con il sestante.

L’aurora sui giornali
L’aurora del 1938 suscitò grande interesse anche nei media. Molti giornali dell’epoca, come il Corriere della Sera e La Stampa, riportarono l’evento con enfasi, descrivendo l’aurora come un fenomeno straordinario e luminoso:
“Un aurora boreale sull’Italia. Segnalazioni da tutti i centri della Valle Padana e da numerose città straniere. Si tratterebbe di un’ aurora polare eccezionalmente alta e luminosa che si sarebbe riverberata sino al nostro orizzonte”
L’aurora nell’arte
Il fascino di questa manifestazione celeste ispirò anche gli artisti dell’epoca, tra cui Luigi Russolo che dipinse un’opera dedicata proprio a questo evento. Russolo con Balla, Boccioni, Carrà e Severini, è uno dei firmatari del celebre Manifesto tecnico della pittura futurista.
