VENERA D: la “dream mission” di tre anni, tre mesi e tre ore su Venere

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VENERA D: la “dream mission” di tre anni, tre mesi e tre ore su Venere

Scienziati statunitensi e russi insieme al lavoro, questa settimana, per definire gli obiettivi scientifici di unโ€™eventuale missione comune verso il secondo pianeta del Sistema solare. Ne parliamo con Giuseppe Piccioni, scienziato Inaf e responsabile dello strumento Virtis di Venus Express
Di Marco Malaspina
www.media.inaf.it

Il rapporto preliminare sugli obiettivi scientifici di Venera-D รจ disponibile in rete

Venera come ะ’ะตะฝะตั€ะฐ, Venere in cirillico. E D come lโ€™iniziale di Dolgozhivuschaya, parola russa per โ€œlunga vitaโ€. In breve, Venera-D: questo il nome dellโ€™ipotetica, futura missione verso la sorella della Terra che esperti della Nasa e dellโ€™Iki โ€“ lโ€™Istituto di ricerca spaziale dellโ€™Accademia delle scienze russa โ€“ riuniti insieme questa settimana stanno progettando.

Tre volte lunga, la โ€œlunga vitaโ€ di Venera-D, visto che la missione โ€“ per ora solo allo studio โ€“ aspira a mandare verso il secondo pianeta del Sistema solare tre diversi oggetti in un colpo solo. Un orbiter, dunque una sonda che giri attorno al pianeta, con durata prevista di tre anni. Un flyer, ovvero una sorta di aereo, pensato per volare in modo autonomo nella bassa atmosfera di Venere raccogliendo dati per tre mesi. E infine lโ€™oggetto piรน ardito: un lander, che vorrebbero veder atterrare sul suolo di Venere, il piรน infernale del Sistema solare, dove un effetto serra senza rivali porta a temperature sufficienti a fondere il piombo. Per il lander, รจ comprensibile, quanto a โ€œlunga vitaโ€ occorrerร  accontentarsi: tre ore. Comunque unโ€™eternitร , dato il contorno.

Fra gli scopi scientifici della missione, perchรฉ รจ di questo che stanno ora ragionando i ricercatori americani e russi, la solita enorme domanda: scoprire se nel passato di Venereย ci siano mai state le condizioni per sostenere la vita.

Sono le domande โ€œgiusteโ€, quelle alle quali potrebbe rispondere Venera-D? Media Inaf lo ha chiesto a Giuseppe Piccioni, astrofisico allโ€™Inaf Iaps di Roma e principal investigatorย di Virtis, uno degli strumenti a bordo della sonda Esa Venus Express, dal 2005 al 2014 inviata speciale attorno al nostro vicino di casa.

ยซCome รจ intuibile, il rapporto di missione pubblicato dalla collaborazione tra Nasa e Iki arriva dopo diversi anni di preparazione ed รจ basato sulle discussioni scientifiche, le linee guida e i suggerimenti diretti o indiretti soprattutto dalla passata missione Venus Express. Molti membri del gruppo di studio di Venera-D, tra lโ€™altro, hanno fatto anche parte del team di Venus Express e quindi sono โ€œben informatiโ€ sulle questioni scientifiche che ci aspettiamo di risolvere attraverso le future missioni a Venere. Venera-D si pone lโ€™obiettivo di rispondere a molte domande ancora aperte che riguardano soprattutto la conoscenza dettagliata della composizione atmosferica, della superficie e della loro interazione chimica e dinamica. Certo รจ che non potrร  rispondere a tutto, ma la definizione della strumentazione a bordo รจ ancora in una fase di trade-off tecnologico e quindi restiamo in attesa di sviluppiยป.

Sembra una missione tre volte complicata: un orbiter per tre anni, piรน un โ€œaereoโ€ per volare tre mesi in bassa atmosfera, e infine un lander destinato a durare tre ore. Ha senso? E soprattutto: รจ realizzabile?

ยซIndubbiamente la missione รจ molto ambiziosa nel suo taglio โ€œambitiousโ€, come appunto definito nel rapporto. Penso tuttavia che lโ€™ambizione sia importante nelle missioni spaziali, soprattutto nella prima fase di studio, per poi dar il giusto spazio alla realizzabilitร  tecnica. Il punto di forza รจ la modularitร  della missione, che โ€“ in caso di complicazioni eventuali per certi sottosistemi โ€“ permette di non compromettere totalmente il ritorno scientifico dellโ€™intera la missione. Dire se sarร  tutto realizzabile a oggi รจ praticamente impossibile ma, come sempre in questi casi, molto dipenderร  dalle risorse impiegate e disponibili, soprattutto per la parte tecnologica del lander e della piattaforma aerea volante, le cui condizioni operative sono piรน critiche per le condizioni ambientali estreme del pianeta Venereยป.

Nasa e Accademia delle scienze russa insieme, in questโ€™occasione. Assente lโ€™Europa. Come mai secondo lei lโ€™Esa โ€“ per ora, almeno โ€“ รจ fuori? รˆ ancora sazia da Venus Express?

ยซIl progetto Venera-D in realtร  inizia quasi 15 anni fa come missione completamente russa. La sua storia รจ stata un poโ€™ travagliata per diversi motivi, soprattutto a causa di alcune missioni russe fallite, in particolare quella di Phobos che ha stravolto completamente tutta la pianificazione futura. Il programma poi ha ripreso il suo corso pochi anni fa, quando lo stimolo degli scienziati ha sollecitato attivamente la collaborazione tra Nasa e Iki. Poi, la crisi di Crimea e Ucraina ha di fatto interrotto tutte le collaborazioni tra Usa e Russia, incluse purtroppo anche quelle prettamente scientifiche. Fortunatamente i rapporti si sono recentemente riammorbiditi e quindi il tutto sembra essere finalmente ripartito. Lโ€™Esa nello specifico รจ rimasta a guardare, non certo per mancanza di interesse ma, come purtroppo tendenza ormai consolidata, per unโ€™eccessiva indipendenza nel suo programma di esplorazione che, in un modo o nellโ€™altro, impegna tutte le risorse disponibili a lungo termine e riduce significativamente le capacitร  di collaborazione con le altre agenzie. Penso che una maggiore attenzione al contesto internazionale sia la vera necessitร  di cui abbiamo bisogno che venga intrapreso da Esa, per essere piรน pronti alle sfide sempre piรน competitive del domaniยป.

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