L’ignoranza? E’ il nutrimento della paura!
Ecco come alcuni sciacalli del terzo millennio sfruttano la mancata possibilità di prevedere o ubicare una minaccia che percepiamo o di cui abbiamo prove probabilistiche, attivando i nostri meccanismi di allerta, per denaro o ego smisurato
tratto da lamenteemeravigliosa.it
La paura è un’emozione primaria e positiva che fa parte della nostra cassetta degli attrezzi per la sopravvivenza. Benché provarla sia sgradevole, la sua comparsa è un sintomo di salute mentale, purché risponda a un pericolo reale. Quando sorge a partire da una minaccia immaginaria, invece, corrisponde a un sintomo nevrotico e adotta principalmente la forma dell’angoscia.
Come altre emozioni, anche la paura può raggiungere diversi livelli di intensità. Va da una semplice diffidenza al panico. In caso di timore di minore livello, la situazione si aggira con relativa facilità, ma quando quest’emozione si presenta a intensità elevata, può persino annullare l’autonomia di un essere umano. Vi sono, infatti, casi di totale paralisi per paura. Sono casi nei quali l’emozione lascia letteralmente paralizzato l’individuo.
Le paure nevrotiche a volte sono molto complesse e contorte e perdurano persino quando lo stimolo che le ha suscitate è sparito. Alcuni modi di essere e progetti di vita, inoltre, vengono totalmente costruiti attorno alla paura. Si agisce o si smette di agire sempre in funzione del timore nei confronti di qualcosa o di qualcuno.
Esistono, inoltre, le paure socialmente inculcate per privare le persone della loro libertà e renderle, così, più manipolabili.
La paura dell’ignoto
Una delle paure fondamentali, presente in ogni essere umano, è il timore dell’ignoto. Se un oggetto o una situazione sono troppo strani per noi, li temiamo, sebbene non rappresentino alcuna minaccia alla nostra persona. Se in questo esatto momento ci imbattessimo in una persona con quattro braccia, per di più all’improvviso, di certo faremmo un salto indietro. Se, inoltre, non possediamo nessuna nozione di biologia, la paura può essere di gran lunga maggiore. In ultima analisi, più che la conoscenza, ad alimentare il timore è l’incapacità di comprendere.
Ciò che è familiare genera in noi tranquillità, mentre ciò che esotico ci spaventa a diversi gradi. Quello che comprendiamo ci avvicina al sentimento di familiarità, mentre le cose che ai nostri occhi appaiono strane, sconosciute, ma soprattutto incomprensibili, ci spaventano.

