Erosione costiera: «situazione drammatica nel nord Adriatico»
In Italia 33 aree a rischio sommersione. Zone a rischio tsunami nel Nord Adriatico. Sicilia e Puglia
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Giuseppe Mastronuzzi, geomorfologo dell’Università di Bari, coordinatore del Gruppo di ricerca sulla morfodinamica delle Coste istituito dall’Associazione italiana dei geomorfologi (Aigeo) Costa pugliese – marchigiana – laziale, ha presentato a Taranto, insieme al presidente nazionale Aigeo Gilberto Pambianchi lo studio inedito sulla fascia costiera italiana realizzato dai geomorfologi
Mastronuzzi ha sottolineato che «Tutte le spiagge sono in arretramento. Abbiamo analizzato ben 13 aree studio differenti, su tutto il territorio italiano, da Trieste, Genova, le Marche, la Puglia, Calabria, Sardegna, Campania Basilicata ed altre regioni ancora. Abbiamo constatato che tutte le spiagge sono in arretramento, molte non appaiono tali perché purtroppo sono state realizzate opere di difesa antropiche che stabilizzano quella determinata spiaggia ma a danno di quelle che sono immediatamente vicine. Abbiamo elaborato un’importante cartografia geomorfologica con simboli che sono stati riconosciuti dall’Ispra, in grado di indicare i rischi presenti lungo la costa. Per esempio avremo un simbolo che indicherà le spiagge in arretramento, quelle in erosione etc.. Consegniamo alle istituzioni uno strumento scientifico importante per la pianificazione del territorio. Ci sono aree costiere in cui non è assolutamente pensabile realizzare qualsiasi opera umana. Altro problema che abbiamo riscontrato è quello delle Falesie. Le Falesie sono coste rocciose subverticali tali perché il mare con i suoi movimenti scalza la roccia e ne fa crollare il corpo roccioso. Molte aree costiere a Falesia, in Italia, sono in arretramento veloce anche di 3- 4 metri medi all’anno. Questo significa che su queste aree costiere non è assolutamente pensabile realizzare qualsiasi opera umana che sia insediativa . In Puglia abbiamo delle aree nel Gargano, San Foca, Torre dell’Orso in cui gli arretramenti sono tali da aver suggerito all’amministrazione costiera di chiudere queste aree all’accesso pubblico. Lo stesso problema è stato riscontrato nella fascia costiera di Ancona dove i versanti sono talmente alti che subiscono l’azione combinata del mare ma anche degli agenti esogeni amplificando il rischio di crollo delle Falesie. A Ponza ugualmente, recentemente è morta una turista in seguito ad un crollo».
