17 novembre 1570: il terremoto di Mw 5.8 che cambiò il corso del Po nel Ferrarese
Il terremoto di Ferrara della fine del XVI secolo è finora il più antico evento sismico distruttivo di cui, a livello mondiale, sia stato possibile calcolare la geometria e il meccanismo di rottura.
Tratto da www.ogs.trieste.it
Redazione Blue Planet Heart
Il corso del fiume Po, cambiò dopo il terremoto di Ferrara del 1570. Lo afferma uno studio dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste (Ogs), pubblicato sul “Journal of Geophysical Research” dell’Unione Geofisica Americana. Il terremoto, valutato di intensità pari a Mw 5.8, quindi molto simile a quello del 2012, colpì gravemente una zona pochi chilometri a est di quelle danneggiate appunto nel recente evento, che ebbe invece epicentro a Finale Emilia.

Riportiamo di seguito l’articolo pubblicato dalla Ogs di Trieste:
Il corso del fiume Po è cambiato dopo il terremoto di Ferrara del 1570
Studio OGS pubblicato sulla più prestigiosa rivista geofisica mondiale, il Journal of Geophysical Research dell’Unione Geofisica Americana.
Non è stata la stessa faglia a causare il sisma del 2012 in Emilia
La conoscenza dei terremoti del passato fornisce elementi indispensabili per capire la sismicità e potersene difendere attuando corrette pratiche di prevenzione. Un esempio in tal senso è lo studio condotto nell’area di Ferrara da Livio Sirovich e Franco Pettenati, dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), pubblicato sulla rivista Journal of Geophysical Research dell’Unione Geofisica Americana.
Il terremoto dell’Emilia. Il 20 maggio 2012 una forte scossa di terremoto ha fatto tremare l’Emilia. Il 29 maggio la seconda scossa distruttiva ha seminato scoraggiamento e panico. Anche gli esperti della nuova Commissione Grandi Rischi erano preoccupati perché sapevano che nel 1570 c’era stato un altro terremoto distruttivo, che aveva colpito gravemente la zona di Ferrara, pochi chilometri a est di quelle danneggiate il 20 maggio (con epicentro a Finale Emilia).

“Purtroppo, di quel terremoto del XVI secolo si sapeva solo dove si erano manifestati i danni, ma non si sapeva nulla della posizione della frattura profonda (faglia) che l’aveva causato, né tanto meno del suo meccanismo di rottura” spiega Pettenati. “Per quel che si sapeva, il responsabile poteva anche essere stato – a vari chilometri di profondità – un segmento più orientale della stessa faglia rottasi il 20 maggio” aggiunge Sirovich.
“In questo senso – continua il ricercatore dell’OGS –, il 7 giugno 2012 la Protezione Civile nazionale emise un opportuno comunicato in cui si diceva: è significativa la probabilità che si attivi il segmento [di faglia sismica; ndr]compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza”.

