Anno 2100: estate lunga sei mesi in Medio Oriente

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Anno 2100: estate lunga sei mesi in Medio Oriente

Alla fine di questo secolo, i paesi del Mediterraneo orientale sperimenteranno una dilatazione della stagione calda e secca e un accorciamento di quella fredda e piovosa, che sarร  ridotta a soli due mesi. Questa combinazione porterร  probabilmente a una crisi di approvvigionamento idrico e a nuove minacce per la salute umana
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Entro la fine del secolo, una stagione estiva di sei mesi e un inverno di soli due mesi potrebbero essere la regola per tutta lโ€™area del Mediterraneo orientale, cioรจ per paesi come Israele, Egitto, Siria, Libano e Turchia meridionale. รˆ questa la drammatica previsione climatica che emerge da uno studio condotto da ricercatori dellโ€™Universitร  di Tel Aviv, pubblicata sullโ€™โ€œInternational Journal of Climatologyโ€. Lo studio, guidato daย Assaf Hochman, รจ frutto dellโ€™incrocio e del confronto tra diversi algoritmi e modelli climatologici sviluppati negli ultimi anni.

Il punto di partenza รจ stata una nuova definizione delle stagioni avanzata nel 2004 dal gruppo di Pinhas Alpert dellโ€™Universitร  di Tel Aviv, basata sui dati raccolti per 53 anni nella regione del Medio Oriente. Questa definizione stabilisce la cronologia e la durata della stagione fredda e piovosa, di quella calda e secca e delle transizioni tra una stagione e lโ€™altra, confrontando le registrazioni di temperatura e meteo con i dati astronomici.

I ricercatori hanno poi applicato otto modelli climatologici definiti nellโ€™ambito del CMIP5, la quinta fase del Climate Model Intercomparison Project – un programma quadro di coordinamento dei principali centri internazionali che si occupano di simulazioni climatiche – a due scenari futuri di concentrazione dei gas serra, denominati RCP4.5 e RCP8.5, definiti dallโ€™Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

Anno 2100: sei mesi d'estate in Medio Oriente
Raccolto del grano nel deserto del Negev, in Israele. L’alterazione delle stagioni alla fine del secolo potrebbe mettere in crisi l’approvvigionamento idrico in agricoltura (Pixtal / AGF)

Queste due sigle corrispondono a un incremento di temperatura globale rispetto ai livelli preindustriali di 1,4 gradi nel periodo 2046-2065 e 1,8 gradi nel periodo 2081-2100 nel caso di RCP4.5, e di 2 gradi nel periodo 2046-2065 e di 3,7 gradi nel periodo 2081-2100.

La conclusione dello studio di Hochman e altri รจ che senza un significativo cambiamento, la durata dellโ€™estate aumenterร  del 25 per cento verso la metร  del secolo, cioรจ tra gli anni 2046 e 2065, e del 49 per cento entro la fine del secolo, cioรจ tra il 2081 e il 2100. La combinazione di una stagione delle piogge piรน breve e una stagione secca piรน lunga sarร  esplosiva per gli ecosistemi. Ad andare in crisi saranno i sistemi di approvvigionamento dellโ€™acqua e quindi l’irrigazione delle coltivazioni agricole, ma la siccitร  produrrร  anche un incremento del rischio di incendi boschivi e dellโ€™inquinamento e pericoli per la salute.

“Il nostro studio mostra che i cambiamenti climatici che stiamo osservando ora probabilmente si intensificheranno nel prossimi decenniโ€, ha spiegato Hochman. โ€œรˆ molto importante comprendere questo per cercare di prevenire il deterioramento degli ecosistemi per quanto รจ possibileโ€.

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