In Italia la salute umana è già oggi messa a rischio dai cambiamenti climatici
Sicurezza alimentare e servizi igienico sanitari a rischio, ondate di calore, focolai di malattie veicolati da insetti, infezioni delle vie aeree: impatti che non è più possibile trascurare. I dati presentati da Iss, ministero della Salute e Organizzazione mondiale della sanità
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La salute umana è direttamente correlata a quella dell’ambiente in cui viviamo, e non c’è dunque da stupirsi se oggi i pericoli legati all’aria, all’acqua e alle sostanze chimiche uccidono circa 12,6 milioni di persone all’anno. Ma che ruolo giocano in questa partita i cambiamenti climatici, e quali sono gli impatti che possiamo attenderci per un Paese in particolare, nel caso specifico l’Italia? Si tratta di una domanda molto complessa, cui per la prima volta è stata presentata ieri una risposta a conclusione del progetto Cambiamenti climatici e salute nella vision “Planetary Health”.
L’Istituto superiore di sanità, il ministero della Salute e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno infatti organizzato a Roma un workshop per spiegare lo stato dell’arte della ricerca, e presentare il primo rapporto Climate and health country profile for Italy: un lavoro multidisciplinare supportato dall’Oms e dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), e realizzato grazie al coinvolgimento di oltre 40 esperti scientifici, con la partecipazione del ministero dell’Ambiente e di istituzioni come la Fondazione Cmcc e Cnr-Irsa.
Sono tre gli scenari presi in considerazione. Il primo avverte che, con alte concentrazioni di CO2 e assenza di politiche di mitigazione, stima che i cambiamenti climatici «incrementi di temperatura media sull’intera penisola nell’ordine di 4°C per l’ultimo trentennio del XXI secolo (2071-2100)», con un aumento delle precipitazioni intense ma al contempo una diminuzione dei cumuli di precipitazione (soprattutto al meridione); nel secondo scenario l’incremento di temperatura si attesta a +2/3 °C, mentre il terzo – definito come «molto ottimista» dal Cmcc – inquadra un contesto in cui venga pienamente rispettato l’Accordo di Parigi, ovvero con un incremento della temperatura media globale non superiore ai +1,5 °C rispetto all’era preindustriale.
Un approccio dunque a tutto tondo, dal quale è emerso che in ogni caso «l’Italia è un laboratorio vivente sui cambiamenti climatici e ambientali: i dati – spiegano dal Cnr – indicano un’intensificazione delle minacce per la salute sulla nostra popolazione, se non verranno intraprese azioni specifiche di prevenzione e risposta con driver sanitario». L’elenco degli impatti sanitari (diretti e non) dei cambiamenti climatici sulla salute degli italiani, snocciolato dal Cnr, è in effetti impressionante per vastità e varietà. E l’analisi parte da elementi “storici”, non futuribili.
