Limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5° C potrebbe farci risparmiare 30 trilioni di dollari di danni
Trump si sbaglia di grosso: l’economia globale trarrebbe vantaggio dagli obiettivi più ambiziosi dell’accordo di Parigi
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Il mancato raggiungimento degli obiettivi di mitigazione climatica stabiliti nell’accordo di Parigi delle Nazioni Unite potrebbe costare all’economia mondiale decine di migliaia di miliardi di dollari nel prossimo secolo. A dirlo è un nuovo studio “Large potential reduction in economic damages under UN mitigation targets”, pubblicato il 23 maggio su Nature da Marshall Burke, W. Matthew Davis e Noah Diffenbaugh della Stanford University, uno dei primi lavoro scientifici a quantificare i benefici economici della limitazione del riscaldamento globale entro i livelli stabiliti nell’Accordo globale sul clima. che impegna 195 Paesi a mantenere l’aumento della temperatura media globale entro i 2 gradi Celsius sopra i livelli dell’era preindustriale e che include anche un obiettivo ambizioso e rigoroso: limitare l’innalzamento della temperatura globale a più 1,5° C. Fino ad oggi, i benefici economici del raggiungimento di questi obiettivi non sono stati ben compresi.
Burke, della School of Earth, energy & environmental sciences della Stanford e che lavora anche al Center on food security and the environment, allo Stanford Woods Institute for the Environment e al Freeman Spogli institute for international studies, spiega che «Nel secolo scorso abbiamo già registrato un aumento di 1 grado della temperatura globale, quindi raggiungere gli ambiziosi obiettivi stabiliti nell’accordo di Parigi non sarà facile né economico. Abbiamo bisogno di una chiara comprensione di quanti benefici economici otterremo raggiungendo questi diversi obiettivi».
