Il paradosso della CO2: I Paesi che più ne emettono subiranno i maggiori danni economici dai cambiamenti climatici
A rimetterci di più saranno Usa, Cina, India e i Paesi del Golfo, come l’Arabia Saudita. “A livello globale, i costi saranno più elevati e iniqui di quanto previsto finora”
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Un team italo-statunitense di ricercatori formato da Massimo Tavoni e Laurent Drouet dell’European Institute on Economics and the Environment (EIee), nato recentemente dalla partnership tra Resources for the Future (Rff) e la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), Katharine Ricke, della School of global policy and strategy e della Scripps institution of oceanography dell’università della California – San Diego, e Ken Caldeira della Carnegie institution for science, ha pubblicato su Nature Climate Change lo studio “Country-level social cost of carbon” che dovrebbe interessare molto Donald Trump, Xi Jinping e Narendra Damodardas Modi, visto che rivela che «I costi reali derivanti dal riscaldamento globale saranno più elevati per i tre Paesi che oggi emettono le maggiori quantità di gas serra (Cina, india e Usa). A livello globale, i costi saranno più elevati e iniqui di quanto previsto finora».

Alla Fondazione Cmcc sottolineano che «Per la prima volta, un gruppo di ricercatori ha sviluppato un data set che consente di quantificare il costo sociale del carbonio – universalmente considerato la misura del danno economico derivante da emissioni di anidride carbonica – per ciascuno dei circa 200 Paesi del mondo. E i risultati sono sorprendenti. I 3 Paesi in cima alla classifica delle emissioni – India, Cina e Usa – sono quelli che perderanno di più di fronte ai cambiamenti climatici. A seguire, i Paesi del Golfo, come l’Arabia Saudita, sono destinati a registrare perdite molto elevate».
I risultati dello studio – finanziato in parte supportata dall’European research council, attraverso il progetto COBHAM, e dal progetto CD-LINKS nell’ambito di Horizon 2020 – forniscono una stima dei costi sociali del carbonio (SCC) a livello nazionale e i ricercatori spiegano che «Questi numeri sono il frutto di un’avanzata attività che utilizza i più recenti modelli di proiezioni climatiche, stime empiriche di danni economici legati al clima e previsioni socioeconomiche.
Oltre a rivelare che alcuni Paesi sono destinati a risentire più di altri delle emissioni di carbonio, gli esiti dello studio mostrano anche che il costo sociale del carbonio a livello globale è più elevato di quello normalmente preso in considerazione. Infatti, le stime più recenti prodotte dall’Epa (Agenzia di protezione ambientale degli USA), che sono generalmente utilizzate come standard su questi argomenti, mostrano un range di costi compreso tra $12 e $62 per tonnellata di CO2 emessa entro il 2020, mentre i nuovi dati parlano di costi sociali compresi approssimativamente tra 180 e 800 dollari statunitensi a livello globale. Per di più, considerando la scala nazionale, India, Cina e Arabia Saudita da sole raggiungono la cifra di 20 dollari per tonnellata, una cifra più elevata del costo del carbonio all’interno dell’European Trading System, il più ampio mercato di CO2 al mondo».
La Ricke. Principale autrice dello studio evidenzia che «Noi tutti sappiamo che l’anidride carbonica prodotta da combustibili fossili produce, e produrrà in futuro, effetti sulle persone e sugli ecosistemi in tutto il mondo. Tuttavia, poiché questi impatti non sono considerati nei prezzi di mercato, si crea un’esternalità ambientale che non è pagata da chi consuma di energia prodotta da combustibili fossili. Non siamo quindi consapevoli del vero costo di questo tipo di consumo. La valutazione dei costi economici associati al clima ha molti aspetti positivi, come ad esempi l’utilizzo di queste informazioni per le leggi ambientali e per i processi legislativi».
