Ormai è ufficiale: il Giappone riprende la caccia commerciale alle balene e lascia l’Iwc
Ma (al danno anche la beffa) non farà più caccia “scientifica” in Antartide. Dure critiche da Australia e ambientalisti
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Dopo settimane di minacce e di ipotesi, il 26 dicembre il Giappone ha annunciato che lascerà l’International whaling commission (Iwc) e che a luglio riprenderà la caccia commerciale alle balene per la prima volta dopo circa 30 anni. Il Giappone caccerà le balene solo in zone all’interno delle sue acque territoriali e nella sua (enorme) zona economica esclusiva (Zee), sottraendosi così ad ogni controllo dell’Iwc sulla cattura dei cetacei.
In un preoccupato editoriale pubblicato sull’Asahi Shimbun si legge: «La recalcitrante opposizione delle nazioni anti-baleniere a qualsiasi forma di caccia alle balene indipendentemente dalle popolazioni di diverse specie è, sicuramente, una deviazione dallo spirito del trattato internazionale sulla caccia alle balene. Ma il Giappone è tradizionalmente impegnato a perseguire soluzioni alle controversie tra i Paesi attraverso colloqui costruttivi basati sui principi della cooperazione internazionale e dello stato di diritto. La mossa di ritirarsi da un trattato internazionale semplicemente perché la sua argomentazione è stata respinta da altri membri è incompatibile con questo assunto diplomatico stabilito da lungo tempo. La decisione in futuro potrebbe avere ripercussioni indesiderate sulla diplomazia giapponese. Nell’industria globale della pesca, la gestione internazionale delle risorse ittiche sta assumendo un’importanza crescente. Se il Giappone viene visto come un Paese che offre poca cooperazione internazionale, questo potrebbe metterlo in una posizione di svantaggio nei futuri negoziati internazionali sulle questioni relative alla pesca».
Da questa decisione deriva però anche una buona notizia: il Giappone smetterà di cacciare le balene nell’emisfero australe, compreso l’Oceano Antartico, una caccia finora camuffata da programma di ricerca che in realtà era una caccia commerciale illegale alle balene, tanto che nel 2014 la Corte di giustizia internazionale sentenziò che il programma di caccia alle balene del Giappone non è scientifico.
Il Giappone ha semplicemente ignorato quella sentenza abbassando il numero di balene uccise e, intanto, dando il via a una campagna acquisti tra i Paesi poveri che fanno parte dell’Iwc per riaprire la caccia alle balene. Strategia costosa e osteggiata da Europa ed Usa, che alla fine il Giappone ha deciso di chiudere uscendo dall’Iwc.
L’ Asahi Shimbun fa notare che «Se Tokyo avesse deciso di chiudere questo programma e ritirarsi dalla caccia alle balene in Antartide in risposta alle critiche internazionali, la mossa avrebbe potuto aprire la porta a un nuovo dialogo. Ma l’Agenzia per la pesca ha detto che il Giappone non ha più bisogno di continuare il programma di ricerca sulla caccia alle balene in quanto riprenderà la caccia commerciale, offrendo una spiegazione incentrata sull’agenda del Giappone»
