I sonar militari disorientano i cetacei facendoli spiaggiare
Proibire le esercitazioni navali antisommergibile dove ci sono stati spiaggiamenti di zifi. Anche in Italia
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A fine 2017 l’Institudo de sanidad animal dell’Universidad de Las Palmas de Gran Canaria organizzò a Fuerteventura un convegno per valutare i progressi scientifici sulle cause degli spiaggiamenti di zifi di Cuvier (Ziphius cavirostris) legate alle esercitazioni navali militari. Al workshop parteciparono 21 esperti di zifi tra biologi, ecologhi, anatomopatologi, fisiologi, ingegneri, specialisti in acustica, medici e patologi veterinari, una parte dei quali ha ora pubblicato su Proceedings of the Royal Society B lo studio “Advances in research on the impacts of anti-submarine sonar on beaked whales”.
Nello studio, il un team internazionale di ricercatori guidato da Yara Bernaldo de Quirós e Antonio Fernández dell’Institito Universitario de Sanidad Animal y Seguridad Alimentaria (Iusa) dell’Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, ripercorre le scoperte fatte negli ultimi 15 anni e arriva alla conclusione che «Il problema della morte degli zifi causata da fonte acustica continua ad esistere, in particolare in alcune aree del Mediterraneo»« e per questo raccomanda «Una moratoria simile a quella delle isole Canarie per quelle zone dove ci sono popolazioni di zifi, gli animali più sensibili a qyesta attività acustica».
Il lavoro scientifico del team di Bernaldo de Quiros e Fernández, che coordinano il progetto Interreg “Red Macaronésica de Transferencia de Conocimientos y Tecnologías Interregional y Multidisciplinar para proteger, vigilar y monitorizar los cetáceos y el medio marino, y analizar y explotar de forma sostenible la actividad Turística asociada (Marcet), al quale partecipano istituzioni scientifiche, associazioni e amministrazioni pubbliche di Canarie (Spagna) Madeira e Azzorre (Portogallo), Cabo Verde e Senegal, si riferisce alla moratoria decretata grazie allo studio di Fernández che nel 2004 fece sì che l’Unione europea e i suoi stati membri prendessero in considerazione l’adozione di una moratoria sui sonar navali ad alta intensità, ma alla fine solo la Spagna adottò la moratoria e la applicò solo nelle acque intorno alle Canarie. Gli scienziati spagnoli spiegano che «Prima del 2004 le isole canarie erano un hot spot per gli spiaggiamenti di massa degli zifi, però, dopo la moratoria, non ci sono stati nuovi spiaggiamenti di massa. Il che dimostra l’efficacia di questa mitigazione e il legame tra questi spiaggiamenti e le esercitazioni navali con attività di sonar a frequenza media antisommergibile».

Il nuovo studio presenta i grandi progressi fatti sulla conoscenza della biologia e del comportamento di questi misteriosi cetacei e sulla loro reazione all’inquinamento acustico, in particolare gli effetti che ha sulla loro alimentazione e riproduzione, due comportamenti importantissimi per la salvaguardia di questa specie elusiva. Il team di ricercatori ha anche ottenuto risultati significativi sulla sensibilità alle esercitazioni navali militari degli zifi e di altre specie e sottolinea che «Questi animali sono i più sensibili al sonar e presentano fattori di specie e individuali che li predispongono». Tra i fattori che mettono singolarmente a rischio gli zifi ci sono quelli di origine antropica. A questo va aggiunto che Aggiungendo che «Questa specie ha una elevata prevalenza di una malattia che colpisce l’aorta, quindi gli animali affetti di questa malattia vascolare possono essere più suscettibili alla malattia del subacqueo». Infatti, gli spiaggiamenti degli zifi sembrano determinati da embolie come quelle che colpiscono i sommozzatori umani.
Gli scienziati raccomandano diverse azioni: 1) una moratoria sui sonar a media frequenza, attivi nelle aree in cui continuano gli eventi atipici di spiaggiamenti di massa, in particolare nelle regioni del Mediterraneo, 2) ulteriori ricerche in tutte le aree collegato a questo problema. 3) Studi comparativi sulle popolazioni di zifi in aree in cui non è stato utilizzato attivamente il sonar a media frequenza, 4) Determinazione dei parametri della life-history, 5) Studi di anatomia, fisiologia e fisiopatologia per capire meglio la sviluppo di malattie simili alla decompressione nei cetacei, 6) sviluppo continuo di tecnologie per misurare le risposte fisiologiche delle balene e degli altri cetacei. 7) Questi studi collaboreranno a realizzare la protezione dei cetacei, in particolare dove è stato realizzato il workshop: Nell’Atlantico e nell’area della Macaronesia del progetto Marcet,
Gli zifi sono una famiglia di cetacei della quale gli scienziati sapevano molto poco prima che cominciassero a verificarsi gli spiaggiamenti che vennero subito associati alle esercitazioni militari. Lo zifio di Cuvier raggiunge i 7 metri di lunghezza e si nutre principalmente di calamari e pesci. La sua bocca rivolta verso l’alto dà l’impressione di avere stampato un sorriso fisso. Questa specie è ritenuta “vulnerabile” nella Lista Rossa Iucn delle specie minacciate di estinzione e si ritiene che abbia una popolazione globale compresa tra 5.000 e 7.000 individui. Gli zifi sono odontoceti (in realtà i denti si riducono a soli due presenti nei maschi) che passano la maggior parte del tempo sotto la superficie dell’acqua e hanno il record di immersione – sia per profondità che per tempo – tra i mammiferi marini. Generalmente gli zifi evitano le imbarcazioni e per questo sono difficilmente avvistabili.
