Rischio disastro ecologico per il Naufragio della nave italiana Grande America sulle coste settentrionali francesi
Robin des Bois e Mor Glaz denunciano il Gruppo Grimaldi: bidoni della spazzatura galleggianti verso l’Africa
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La nave ConRo, Grande America del Gruppo Grimaldi, proveniente da Amburgo, ha preso fuoco la notte tra il 10 e l’11 marzo ed è affondata nel Golfo do Biscaglia senza fortunatamente fare nessuna vittima: i 26 membri dell’equipaggio e l’unico passeggero a bordo sono stati portati in salvo dalla nave della marina militare britannica HMS Argyll e portati a Brest , in Francia.

Il Gruppo Grimaldi spiega che «L’’incendio era stato causato da merce stivata a bordo della nave, e l’intervento antincendio dell’equipaggio ha dovuto essere interrotto quando si è reso necessario abbandonare la nave al fine di evitare qualsiasi rischio per la sicurezza delle persone a bordo». Le operazioni antincendio, coordinate dalle autorità francesi, sono iniziate nel pomeriggio dell’11 marzo, ma sono state sospese dopo che la nave aveva iniziato a inclinarsi considerevolmente e la Grande America, lunga 214 metri, è affondata a circa 140 miglia nautiche a sud-ovest di Brest, a una profondità di 4.600 metri. Il Gruppo Grimaldi spiega che «Al momento dell’incidente, la Grande America aveva a bordo un carico composto da rotabili, container e alcune merci generiche, caricate ad Anversa ed Amburgo con destinazione Casablanca (Marocco), Dakar (Senegal), Conakry (Guinea), i porti brasiliani di Suape, Vitoria, Rio de Janeiro, Santos e Paranagua, nonché Zarate (Argentina) e Montevideo (Uruguay). In totale i veicoli a bordo erano 2.210, di cui 1.298 nuovi (provenienti dai principali costruttori di veicoli). I contenitori a bordo erano 365, di cui 247 stivati sul ponte superiore (esterno) e i restanti sul ponte più basso. Il 78% delle unità era destinato al Sud America e il resto all’Africa Occidentale (principalmente Casablanca). I contenitori con carico pericoloso secondo la classificazione IMO (International Maritime Organisation) erano 45, di cui 34 stivati sul ponte superiore e il resto all’interno della nave. Il Gruppo Grimaldi si è immediatamente attivato, in pieno coordinamento con le autorità francesi, per prevenire qualsiasi potenziale danno all’ambiente marino derivante dall’affondamento della nave.
Ma l’inquinamento c’è stato: ieri una chiazza di idrocarburi presente al largo de La Rochelle si dirigeva verso le coste francesi e le autorità francesi hanno annunciato che la Grande America aveva a bordo 2.200 tonnellate di olio pesante e tonnellate di acido cloridico».

Nella serata del 13 marzo la Préfecture maritime ha comunicato che «Nel corso del volo realizzato nel tardo pomeriggio nella zona del naufragio della Grande America da parte dell’aereo da pattugliamento marittimo Atlantique 2 della Marine nationale, è stata localizzata una chiazza di idrocarburi«, lunga una decina di Km, e larga un km, a più di 200 km dalle coste. L’osservazione aerea è stata poi confermata dal Bâtiment de soutien et d’assistance affrété VN Sapeur, che è stato inviato sul luogo del disastro nonostante le pessime condizioni del mare, con onde alte fino a 6 metri.
Il ministro dell’ecologia francese, François de Rugy. Ha dichiarato che «Secondo le nostre previsioni, dei frammenti [di inquinamento, ndr]potrebbero raggiungere alcune zone delle coste della Nouvelle-Aquitaine entro domenica o lunedì, a causa del meteo particolarmente sfavorevole, che rischia inoltre di rendere più delicate le operazioni di disinquinamento in mare», De Rugy ha aggiunto che la Francia sta dispiegando 4 navi «dedicate alla lotta anti-inquinamento» e ha preparato un piano per «il disinquinamento a terra».
