Studio italiano scopre il modo per bloccare le recidive del tumore all’ovaio
Scoperto il metodo per bloccare le recidive nei tumori epiteliali dellโovaio resistenti alle chemioterapie post intervento. Alcuni ricercatori italiani hanno infatti individuato il gene che rende resistenti le cellule di quel tipo di tumore e la molecola capace di inibirlo.
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Loro sono gli studiosi del laboratorio di Oncologia Molecolare del Cro di Aviano, in provincia di Pordenone, diretto da Gustavo Baldassarre, che in una nuova ricerca hanno individuato proprio quei meccanismi molecolari che consentono alle cellule tumorali di sopravvivere a un trattamento chemioterapico.
I tumori epiteliali dellโovaio rientrano tra quelle patologie ancora particolarmente difficili da combattere con le terapie attuali. In Italia sono circa 5mila i casi nuovi ogni anno e, ad oggi, la sopravvivenza a 5 anni delle pazienti affette da questo tipo tumore รจ di circa il 40% negli stadi avanzati, ancora molto bassa rispetto ad altri tipi di tumori.
E non solo, il tumore dellโovaio non presenta sintomi precoci per cui spesso viene diagnosticato con ritardo, ha la tendenza a disseminare nellโaddome rendendo difficile la sua eradicazione chirurgica e, in piรน, ha la frequente insorgenza di recidiveย resistenti alle terapie. Queste, riguardo a quelle attualmente in uso, consistono in una chirurgia radicale e in una chemioterapia basata su farmaci contenenti il platino.
Una piccola quota delle pazienti risulta immediatamente refrattaria alla terapia, altre invece sono cosiddette โplatino-sensibiliโ e diventano โplatino-resistenti.
Lo studio
I ricercatori hanno analizzato a livello funzionale circa 800 geni e tra questi hanno identificato il gene USP1 come indispensabile per la sopravvivenza delle cellule di tumore ovarico trattate con carboplatino.
Secondo lo studio, in seguito al trattamento con la chemioterapia, le cellule tumorali resistenti attivano la proteina USP1 e ne favoriscono lโinterazione con il gene Snail, inducendo cambiamenti cellulari che permettono alle cellule di sopravvivere al trattamento con il platino. Quell’interazione tra USP1 e Snail non solo permette alle cellule di sopravvivere alla chemioterapia con platino, ma le renderebbe anche capaci di formare metastasi nellโaddome.
โAbbiamo anche identificato una piccola molecola, un farmaco in grado di inibire efficacemente USP1 e capace di uccidere le cellule tumorali e prevenirne la capacitร di formare metastasi, senza indurre tossicitร aggiuntivaโ, spiega Baldassarre.