I ghiacciai dello Stelvio sono sempre più anneriti e fragili ed è colpa nostra!
Uno nuovo studio, realizzato da cinque giovani ricercatori dell’Università Statale di Milano, mostra che i ghiacciai nel Parco Nazionale dello Stelvio si stanno annerendo, diventando più fragili.
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La ricerca, coordinata dal Professor Davide Fugazza, ha riguardato i ghiacciai che fanno parte del gruppo dell’Ortles-Cevedal, vero e proprio laboratorio a cielo aperto, ed è stata svolta analizzando i dati satellitari raccolti negli ultimi 40 anni ed elaborati grazie a un algoritmo.

I ricercatori Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali hanno così scoperto che dagli anni ‘80 ad oggi, la superficie del ghiacciaio è diminuita sempre di più.
Il cambiamento dell’aspetto del ghiaccio è da attribuire all’inquinamento e all’accumulo di detriti all’interno dell’acqua solida che rendono il ghiacciaio più vulnerabile: ogni anno il 2,6% della superficie del ghiacciaio viene persa.
Analizzando ed elaborando le immagini satellitari gli studiosi hanno ottenuto il valore di albedo delle varie fotografie presenti negli archivi Landstat.
Per convalidare i dati, sono state prese in esame anche le osservazioni raccolte dalla stazione meteorologica permanente della Statale, installata nel 2005 sul ghiacciaio dei Forni.
Il valore di albedo – o riflettività della superficie – indica la capacità di una superficie di riflettere la radiazione solare. La superficie chiara della neve ha un valore di albedo elevato, poiché riflette la maggior parte delle radiazioni solari. Al contrario, una superficie scura come quella delle rocce, riflette molte meno radiazioni e ha dunque un valore di albedo nettamente inferiore.
Il valore di albedo dei ghiacciai oggetto dello studio sono andati via via diminuendo nelle ultime quattro decadi e questo indica un annerimento della superficie, cioè una perdita dell’area coperta da ghiaccio.
