Nubifragi a Matera e nel Metapontino: la Basilicata Regione ad alto rischio dove manca la manutenzione
Le politiche di tutela e valorizzazione delle coste grandi assenti. L’erosione costiera e crisi climatica sono i nemici da combattere. Legambiente: «Il Piano Coste e il Piano Lidi sono strumenti che devono essere assolutamente adottati»
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I nubifragi che hanno colpito nei giorni scorsi il Metapontino e che hanno avuto pesanti effetti anche nella provincia materana, come nella stessa città capoluogo, confermano la dimensione dei problemi che riscontriamo con sempre maggiore frequenza in Basilicata, legati alla fragilità idrogeologica rispetto a un clima che sta cambiando, e che potrebbero accelerare nei prossimi anni.
Alla luce di questo scenario risulta ancor più necessario un cambio di strategia e di velocità degli interventi passando da un approccio che segue emergenze e disastri ad un altro che usa la chiave dell’adattamento dei territori ai cambiamenti climatici per prevenire minacce ambientali. Si tratta però di cogliere l’opportunità di lavorare ad un piano di messa in sicurezza del territorio regionale, di gestione e tutela della risorsa idrica, di gestione sostenibile dei boschi, di riqualificazione e rigenerazione.
In una Regione in cui praticamente tutto il territorio è a rischio idrogeologico, appare non più differibile l’adozione di concreti strumenti di prevenzione e mitigazione. Anche gli ultimi drammatici eventi evidenziano la forte discrepanza che ancora esiste tra le evidenze, la conoscenza, i danni, le tragiche conseguenze del rischio idrogeologico nella nostra Regione e la mancanza di un’azione diffusa, concreta ed efficace di prevenzione sul territorio regionale. Eppure quella della manutenzione del territorio potrebbe essere anche una grande occasione per creare lavoro e innovazione. In un’epoca in cui i cambi climatici aggravano la fragilità idrogeologica occorre integrare strategie di adattamento al clima nella pianificazione di bacino e introdurre l’elemento del rischio in tutte le politiche di gestione del territorio. La sicurezza si garantisce con la diffusione di piani di emergenza adeguati ed aggiornati, attività di formazione ed informazione, campagne educative, presidi territoriali con tecnici e volontari per attuare una efficace lotta preventiva.
Azioni concrete di riduzione del rischio idrogeologico, soprattutto in concomitanza dei cambiamenti climatici in atto, non possono continuare a rispondere ancora ad una logica di difesa passiva e puntuale del territorio, ma devono essere realizzate restituendo spazi al naturale deflusso nei momenti di piena, delocalizzando edifici ed infrastrutture pericolose, evitando l’insediamento di nuovi elementi a rischio in aree già a rischio, aiutando i comuni ad elaborare piani di adattamento ai cambiamenti climatici e di messa in sicurezza, adattando i sistemi produttivi, in primis quelli agricoli, al clima che cambia. Invece in Basilicata negli ultimi decenni si sono succeduti piani e programmi di mitigazione del rischio idrogeologico spesso composti da interventi puntuali e slegati dal contesto territoriale che hanno prodotto solo una lista della spesa volta ad una fantomatica messa in sicurezza del territorio con scarsi risultati in termini di efficacia perché legati quasi esclusivamente alla fase emergenziale e non a quella della prevenzione.
